E’ arrivata l’ora X. Alle 10 il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere il Presidente numero 12 della Repubblica italiana. Sarà davvero Franco Marini, il nome indicato da Pierluigi Bersani che trova l’accordo con Pdl e Scelta civica? Tra i partiti e sui giornali è stato tutto un fiorire di nomi e ipotesi per la successione a Giorgio Napolitano ma sono più che altro i numeri a contare in questa partita. Ecco tutti quelli che bisogna sapere.
1.007
Sono 1.007 i grandi elettori che da domani dovranno votare in seduta comune alla Camera il nuovo capo dello Stato. Sono 630 deputati, 316 senatori eletti, 4 senatori a vita e 58 rappresentanti delle venti Regioni italiane. I delegati regionali sono tre per ciascuna Regione, ad eccezione della Valle d`Aosta che esprime un solo delegato e sono eletti dai Consigli regionali con l`unica condizione che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.
Ci sono tutti i governatori tranne quelli del Friuli Venezia Giulia, della Puglia e del Molise. Dei delegati regionali 24 sono esponenti del Pd, 23 del Pdl, 4 della Lega Nord, 2 dell’Udc, mentre Sel, Svp, Patto Civico, Pdci, Union Valdotaine hanno un rappresentante ciascuno. Nessuno del Movimento 5 Stelle.
Di 1.007 grandi elettori solo 296 sono donne, cioè meno di un terzo.
672 e 504
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo a scrutinio segreto, come recita l’articolo 83 della Costituzione. Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza di due terzi dell`Assemblea e cioè sono necessari 672 voti.
Dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta dell`Assemblea, cioè 504 voti. Per i primi tre giorni di votazione sono previsti due scrutini al giorno. Il che significa che, in assenza di accordi trasversali, il centrosinistra sarà in grado di eleggere da solo il presidente a partire dalla seconda votazione di venerdì.
30
Il mandato del Presidente della Repubblica Napolitano cesserà il 15 maggio 2013 e, come vuole l’articolo 85 della Costituzione, 30 giorni prima della scadenza naturale del mandato, il 15 aprile 2013, il Presidente della Camera ha diramato la convocazione per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Con ogni probabilità (e come da precedenti) Napolitano lascerà però in anticipo il Colle con dimissioni tecniche, una volta eletto il suo successore. La cerimonia del giuramento avviene solitamente dopo qualche giorno dalla elezione e da quel momento ha inizio il mandato presidenziale.