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Prestiti per l’università, quanto convengono?

Prestiti studenti

Sempre più giovani ricorrono anche in Italia ai prestiti per l’università. In America sono molto diffusi, ma c’è il rischio che il debito accumulato sia troppo pesante.

 

A causa della crisi economica e della sensibile riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, sempre più studenti ricorrono alla richiesta di prestiti per finanziare i propri studi. Questa pratica è affermata da anni negli Usa – dove gli studi sono molto più onerosi – mentre solo di recente sta prendendo piede in modo consistente in Europa e in Italia. Per i giovani consumatori alla ricerca di un’offerta di credito per accedere agli studi è possibile mettere i prestiti più convenienti a confronto avendo cura di selezionare le opzioni delle banche dedicate alle categorie di under 30 e studenti.

Ultimamente il modello americano, però sta mostrando le prime potenziali falle. I debiti accumulati dagli studenti che hanno richiesto di sottoscrivere dei prestiti personali, infatti, sono cresciuti esponenzialmente e alcuni vedono in questo il rischio che scoppi una bolla. La sezione di New York della Federal Reserve ha recentemente stimato in mille miliardi l’ammontare di questo debito, rispetto al quale sta anche aumentando il tasso di insolvenza.

 

In Italia il sistema è molto diverso, anche perché l’onere degli studi e di tutte le spese correlate è molto più ridotto. Tuttavia Federconsumatori ha calcolato che ammonti a circa 9 mila euro pro capite all’anno, cifra che per molti oggi è proibitiva e può richiedere l’intervento delle banche proprio con dei prestiti.

 

Anche la formula dei prestiti è differente nel nostro Paese, perché anziché vere e proprie erogazioni di liquidità sono piuttosto delle aperture di credito (dei fidi controllati, insomma) contenute nei conti correnti. Varia anche l’insieme delle garanzie: nel nostro caso, è l’università a fare da garante, in base a un accordo con gli istituti di credito e con gli studenti stessi, che devono ad esempio mantenere una certa media.

 

Come tutte le forme di credito al consumo, però, anche questa merita di essere valutata con attenzione, soprattutto considerando che la restituzione comincia alla fine degli studi, momento non particolarmente felice per i neolaureati italiani alle prese con la carenza cronica di lavoro e precariato.

 


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