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Quirinale e Bersani visti da Financial Times e Wall Street Journal

I commenti della stampa straniera sull’elezione del Presidente della Repubblica italiano non usano giri di parole: se il Wall Street Journal sbatte un prima pagina “Nessun accordo sul Presidente italiano”, con una foto di Silvio Berlusconi, il Financial Times si concentra direttamente sulla frantumazione interna del Pd: un partito “che si è spaccato sul voto”. I due quotidiani letti dalla comunità economica e finanziaria mondiale sottolineano lo scontro insanabile tra i maggiori partiti e come, nel frattempo, si continui a far scorrere tempo prezioso non solo per il Quirinale, ma anche per la formazione di un nuovo governo.

L’immobilismo

“Un Parlamento diviso non è riuscito a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica ieri in due diverse votazioni, uno stallo che preannuncia anche quello per la formazione del nuovo governo stabile”, spiega il Wall Street Journal. “Il fallimento di Franco Marini, il candidato scelto dai leader dei due maggiori schieramenti, Pd e Pdl, non solo ha rallentato il percorso verso la nomina al Quirinale, ma rischia anche di far sprofondare ulteriormente l’impasse politico italiano, a due mesi di distanza da un voto che sì è rivelato assolutamente inconclusivo”.

La frecciata a Bersani

“Molti dei giovani membri del Pd non hanno votato per l’ottantenne Franco Marini, il candidato scelto da Pier Luigi Bersani e uno degli esponenti politici della Prima Repubblica. Ma dietro al fattore età, molte delle critiche rivolte a Bersani riguardano direttamente il suo metodo di scelta, fatto di contatti privati con Berlusconi più che con i parlamentari del Pd”.

Il rischio della strategia Prodi

Il Financial Times prova a immaginare la nuova strategia di Bersani. “Secondo un democratico di lungo corso, la prossima mossa del Pd punterà sull’ex premier Romano Prodi, che potrebbe riuscire a unire i parlamentari del Pd e ad aggiudicarsi i voti di Scelta Civica di Mario Monti. Una scelta che suonerebbe invece come un anatema per Silvio Berlusconi, che è stato sconfitto da Prodi sia nel 1996 che nel 2006, ma che potrebbe però ricompattare anche i membri dello stesso Pdl”, conclude il quotidiano della City.


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