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Renzi vince. Anche su Barca

Renzi è una notizia. Ma sarà un leader?”. La domanda, contenuta oggi nella Posta del quotidiano Libero diretto da Maurizio Belpietro, non è peregrina. Il sindaco di Firenze è al massimo storico della sua popolarità: ogni sua dichiarazione finisce in prima pagina, è il re dei social network e dei sondaggi e forse, dopo la sua apparizione ad Amici, anche quello dei teenager. Ma quanto durerà? Quel “non perdete tempo” di Renzi ai politici è prima di tutto un monito a se stesso per non far passare “il momento perfetto”?

Formiche.net lo ha chiesto ad Antonio Valente, direttore di Lorien Consulting: “La curva in questo momento è ascendente, a giudizio degli italiani è il leader in assoluto più apprezzato, in modo molto trasversale. I militanti di centrosinistra lo vedono come una figura salvifica e “se ci fosse stato Renzi” alle elezioni è diventato un tormentone. Sicuramente in effetti la presenza del primo cittadino di Firenze avrebbe condizionato anche tutte le altre offerte politiche”.

Non è eccessiva questa osannazione renziana?
“La storia recente è sempre stata segnata da ‘santi’. Pensiamo per esempio a Walter Veltroni. Poi però bisogna vedere cosa succede dopo. Per usare una metafora calcistica, dall’annuncio della formazione a quando scendi in campo, le cose possono cambiare. Molto dipende poi dal confronto con le altre squadre”.

O anche dal confronto all’interno della propria squadra. Che dice di Pierluigi Bersani? E di Fabrizio Barca?
“Per quanto riguarda il primo, mentre sale la stella Renzi, è chiaro che crolla lo standing di Bersani. Sul parallelo con Barca, sono due scelte strategiche totalmente diverse. Renzi è la rottura degli schemi, Barca non è molto conosciuto, è una persona stimata ma la sua immagine è legata al governo Monti e non ha certo la grinta che ha bisogno la sinistra in questo momento”.

Ma chi voterebbe oggi la base del centrosinistra?
“Sicuramente Renzi, per due motivi. C’è già una forte componente che ha votato per lui alle scorse primarie. E ad essa si aggiungerebbe una grande quota che ha capito l’errore, o meglio la mancanza di coraggio della passata votazione”.

E allora perché a Roma ha vinto il candidato più a sinistra del Pd, Ignazio Marino, come ha spiegato a Formiche.net Peppino Caldarola?
“Le primarie hanno sempre delle dinamiche strane e particolari. Qui conta, lo abbiamo visto anche a Milano con Giuliano Pisapia, la base più mobilitata e attiva del partito. Ma alle elezioni è tutta un’altra storia”.

Ha fatto bene Renzi ad andare ad Amici? La sua presenza in versione “Fonzie” è stata molto criticata.
“Ha fatto molto bene, a mio avviso, come farebbe bene chiunque rompa uno schema. I palchi alla Ballarò aggregano solo gli addetti ai lavori, per parlare al grande pubblico bisogna andare in piazza o sulla rete, come ha fatto Beppe Grillo o nei contenitori più mediatici come Amici. La sinistra deve capire che la politica non si fa con i soliti linguaggi e i soliti metodi. Sennò i risultati sono quelli delle scorse elezioni”.



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