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Repetita non iuvant

Uno che prende e va per la prima volta a Palazzo Chigi, nuovo ai luoghi della Politica, capace che non sa manco dove sedersi. Entrare nel Palazzo induce, infatti, il riflesso condizionato. Quello della domanda fra sé e sé : «Ma la destra e la sinistra sono quelle del Presidente rivolto all’aula o viceversa?». Non è un caso che i parlamentari del movimento cinque stelle si sono sistemati in alto. Probi censori e controllori degli altri, quelli di destra e sinistra appunto. Gli altri da loro. Ora, pur non volendo scomodare il maestro Franco Battiato, dobbiamo rilevare che anche lui ha sempre manifestato difficoltà in tema di destra e sinistra. Alla domanda di Lilli Gruber, alcuni anni fa infatti, rispose infatti di stare in alto.
Sciascia che nel 1983 abbandonava il palazzo, dopo una breve parentesi parlamentare, confusa ed equivoca, quella del compromesso storico, dovette ritrovarsi in queste parole mai dette: «Due partiti che da anni e anni si combattono, si dilaniano, si calunniano, adesso, che si guardano bene in faccia, cominciano a pensare che forse, in fondo, non c’è tra loro nessuna differenza». Parole curiosamente attuali, comode per ogni occasione, e che non sono di Sciascia ma di De Roberto. Così, infatti, diceva Federico Ranaldi, il protagonista dell’Imperio, nel 1883. Giusto cento anni prima. Federico Ranaldi che guardava l’aula, manco a dirlo, dall’alto. Con la destra armata di cannocchiale.

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