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Cosa rivelano i voti per Sergio Chiamparino al Quirinale

Sono solo 41 voti e lo stesso interessato si dichiara “sorpreso e soddisfatto” ma anche consapevole di essere “un non candidato”. Eppure quelle preferenze per Sergio Chiamparino alla prima votazione per il Quirinale oggi alla Camera dicono molto.

Sono una scelta di rottura ad opera dei grandi elettori vicini a Matteo Renzi ma soprattutto un grande smacco per Pier Luigi Bersani. L’ex sindaco di Torino ha le stesse origini politiche del segretario di Bettola, fa parte di quel mondo che lo ha sempre sostenuto e che proviene dal Pci, un po’ come Piero Fassino e Massimo D’Alema.

Vedere il nome di Chiamparino accostato al “nemico” renziano deve essere stato un duro colpo per Bersani. Al leader del Pd gli stanno franando sotto i piedi le basi principali del suo potere. E nel partito c’è già chi come il sindaco di Bari Michele Emiliano ha già chiesto le sue dimissioni ma lui per ora non ha commentato, impegnato com’è a trovare una “soluzione riparatrice” per il Colle prima di domani.

L’ex primo cittadino piemontese ha fatto notare come il suo nome uscito oggi è “un segnale”. Sì, soprattutto per Bersani. Il segretario vede così ulteriormente franare la base di poteri su cui si fonda la segreteria del Pd. Infatti Chiamparino, grazie al lavoro di Fassino, è stato eletto alla presidente della Compagnia di San Paolo, con l’appoggio di Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, e di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie. Come dire che Chiamparino è al vertice di un ente, la Compagnia di San Paolo azionista di Intesa San Paolo, che è uno snodo basilare del sistema di relazione banconcentrico.

In tema di Quirinale, spicca una particolarità. A contrastare la candidatura di Chiamparino alla Compagnia di San Paolo c’era il presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta, ex dc ed ex Margherita. E ora quella stessa area, come attestano le posizioni di Matteo Renzi e di Paolo Gentiloni, ha votato e sta sostenendo Chiamparino come alternativa a Marini per la successione a Giorgio Napolitano.

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