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I suggerimenti francesi per tutelarsi dallo Shadow Banking

Con la crisi e le prospettive di maggiori guadagni, anche in Europa si sta rafforzando sempre più  lo Shadow Banking, il sistema alternativo del credito che agisce al di fuori dei mercati regolamentati e che intercetta i capitali dei mercati Otc, Over The Counter, il complesso delle operazioni di compravendita di titoli che non figurano nei listini di borsa e che prendono caratteristiche nei contratti non standardizzati.

Lo studio dell’Autorité de Contrôle Prudentiel francese

Pur non infrangendo leggi, le istituzioni finanziarie ombra non devono soggiacere ai vincoli normativi che riguardano l’attività bancaria tradizionale, anche in merito alla trasparenza, ecco perché il settore comporta seri rischi. E’ uno studio Acp, l’Autorita di controllo prudenziale della Banque de France, a sottolineare le sfide sollevate dallo Shadow Banking in termini di stabilità finanziaria e la necessità di una maggiore vigilanza. Da una parte, lo studio presenta i rischi dello Shadow Banking e mostra che questo fenomeno comporta comporta dei rischi intrinseci e d’interazione complessa con il settore bancario. D’altra parte, determina quale sia forma migliore di regolamentazione per affrontarlo.

Una regolamentazione europea insufficiente

L’Acp si concentra sugli elementi della regolamentazione bancaria che contribuiscono in modo più forte a questa “regolamentazione” indiretta dello Shadow Banking: imponendo delle norme rigorose ai gruppi bancari, è possibile influenzare le operazioni non regolate. Ma la crisi finanziaria mostra che questo approccio, pur necessario, non è sufficiente.

Le esigenze

Oggi, sottolinea lo studio, c’è un certo consenso su un approccio debole che permetta di andare più lontano, sviluppando una regolamentazione orizzontale che colpisca certe attività e che limiti i divieti su alcune operazioni bancarie, che comunque non devono mettere in pericolo il modello di business bancario.

Rafforzare la vigilanza

Lo Shadow Banking, multiforme e in via d’evoluzione, ha bisogno di una sorveglianza che riesca ad inquadrare i rischi che il fenomeno comporta. E’ urgente colmare le lacune che riguardano i dati disponibili, anche attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti di vigilanza e il rafforzamento degli scambi di informazioni tra supervisori.

Le direttive del G20

E’ poi necessario, secondo l’Acp, estendere la portata e la natura della regolamentazione prudenziale. Seguendo la strada già tracciata dal G20, l’Unione europea ha messo in opera un pacchetto di riforme che permetteranno di rinforzare il quadro normativo degli istituti di credito e dei fondi d’investimento. Ma l’efficacia di queste riforme risulterebbe indebolita se, al contempo, lo Shadow Banking costituisse una via di fuga e un terreno fertile per l’arbitraggio regolamentare, dato che il suo funzionamento e il suo sistema incontrollato hanno dimostrato la loro nocività per il settore bancario e per l’economia in generale.

Le sfide

Nuovi approcci quindi sono allo studio. Le due sfide? La prima consiste nel fare una buona riforma del settore bancario. La seconda è trovare un equilibrio tra le differenti regolamentazioni, raggiungendo così la migliore gestione del rischio e assicurando il finanziamento dell’economia.



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