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Via ai tagli in Portogallo. E ora?

Il Portogallo ha mantenuto la promessa e ha approvato oggi i tagli previsti per 800 milioni di euro nei servizi pubblici e per più di 500 milioni della spesa pubblica in settori ancora da definire. La misura prova a centrare gli obiettivi di deficit che erano stati definiti dopo la sentenza della Corte costituzionale, quando sono stati annullati alcuni passaggi del programma di austerity della Finanziaria 2013.

La promessa con la troika

La decisione non è stata semplice. Secondo il quotidiano portoghese O Correio da Manhã, il Consiglio dei ministri ha discusso fino all’alba di oggi per decidere i tagli. Queste riduzioni equivalgono allo 0,5% del Pil. Ma questo sacrificio consentirà al Paese di ricevere un salvataggio di 78 miliardi di euro, secondo quanto è stato concordato due anni fa con la Commissione europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca centrale europea. Allo stesso tempo, saranno prolungate le scadenze per il pagamento del debito.

Il debito infinito

Come ha ricordato il giornale portoghese A Bola, il Portogallo ha chiuso il 2012 con un deficit pubblico del 6,4%, molto lontano dal 5% che aveva previsto inizialmente. Per quest’anno è prevista con molto ottimismo una caduta del deficit fino al 5,5% in uno scenario che, secondo il governo, rallenterà la crescita del 2,3%.

Lo specchio cipriota

A Bola ha avvertito che “bisogna immaginare un piano B per poter compiere un piano A che ugualmente non poteva compiersi, anche se il mercato voleva farci credere che l’avrebbe fatto. In fondo, il problema del Portogallo è lo stesso di molti Paesi: un debito che non si riuscirà a pagare mai”. Così come Cipro. Ma anche l’Italia correrà questa sorte?

La fine di Barclays nella penisola iberica

Intanto, le istituzioni finanziarie internazionali che operano nella penisola iberica si sgretolano. Secondo il quotidiano portoghese Sol, le indagini per pratiche irregolari che le autorità portoghesi portano avanti su una ventina di istituzioni finanziarie, tra cui Barclays, hanno portato il vertice di Londra a sospendere le attività della direttiva in Spagna e Portogallo.

Sono stati sospesi dall’incarico Peter Mottek, Ana Paula Alves (responsabile della Finanza), Sergio Muñoz (responsabile dello Sviluppo del prodotto) e Antonio Nunes Da Silva (responsabile commerciale). Tutti loro lavoravano in Barclays Portogallo e Spagna da un anno.



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