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Ue, se questa è la fine dell’austerity

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso, ci avverte da anni sui limiti dell’austerity. Così ha ricordato il portavoce dell’esecutivo Ue, Olivier Bailly, dopo il discorso di Barroso nel quale ammetteva come la politica di austerità avesse “raggiunto i suoi limiti”.

Questa frase è stata riportata da alcuni media dando l’impressione di un’inversione di rotta, come se “la politica economica degli ultimi tre anni fosse stata spazzata via da questa frase”, ha sottolineato Bailly, citando le parole del presidente della Commissione, secondo cui “una politica che sia considerata solo di austerità non sarebbe sostenibile a livello sociale e politico”.

Il portavoce ha chiarito che il presidente si riferiva ai limiti di quello che è politicamente e socialmente accettabile quando non accompagnato da misure per la crescita. “Non ha scoperto la luna, basta leggere le dichiarazioni che fa da oltre due anni, la Commissione ha messo in campo un’agenda per la crescita ed ha mobilitato il fondo sociale europeo, ora la palla è nel campo dei Paesi, sta a loro con coraggio e determinazione”, ha aggiunto.

L’austerità è arrivata al capolinea

Alcuni media europei, tra cui Irish Time, hanno riferito la notizia del discorso di Barroso (forse per la proiezione di un desiderio) come la fine delle politiche di austerità. “L’austerity non funziona e potrebbe essere sostituita da una politica di alleggerimento quantitativo”, ha scritto il quotidiano irlandese.

“Il più alto funzionario della Commissione ha dato un segnale forte che la politica dei tagli alle spese e dell’aumento delle tasse applicata in Europa potrebbe essere ammorbidita per rilanciare la crescita economica”, ha scritto Irish Time.

Per questa pubblicazione, come per altri, Barroso vuole cambiare rotta e ha sottolineato che l’Ue deve concentrarsi sul rilancio della crescita piuttosto che sulla riduzione delle spese.



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