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Un nome per il Quirinale. Livia Pomodoro for president

Conto alla rovescia per il nuovo presidente della Repubblica e la giostra piena di nomi veri, presunti o desunti è già partita. Il faccia a faccia di ieri tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi per trovare una personalità condivisa ha accelerato la corsa al toto nomi. Il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha spiegato che “siamo solo all’inizio” e nei prossimi giorni ci saranno altri incontri per “tentarle tutte perché il capo dello Stato sia eletto con un largo consenso”. Un nuovo giro di consultazioni cui Formiche.net si affianca, chiedendo a esperti e commentatori chi potrebbe essere il successore di Napolitano.

Si parte con Federico Guiglia, giornalista, scrittore e conduttore televisivo, che ha seguito e scritto molto su quattro presidenti della Repubblica (Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano). Per il dodicesimo inquilino del Colle, Guiglia ha un identikit dettagliato: “Voglio una persona retta, preparata e appassionata. No, non sto chiedendo il bis di Giorgio Napolitano, ma solo perché non lo concede”. Una personalità trasversale agli schieramenti: “Voglio una persona stimata nell’area di centro-sinistra, la coalizione che ha vinto le elezioni senza averle vinte. Ma anche rispettata nell’area di centro-destra, la coalizione che ha perso le elezioni senza averle perse”.

A Guiglia non piace il nome di uno dei ‘papabili’, Giuliano Amato: “No, non sto evocando un dottor sottile dall’“Ancien Régime” come Giuliano Amato. Così sottile, d’aver a suo tempo abolito, quand’era presidente del Consiglio, la cerimonia militare del 4 novembre davanti al monumento alla Vittoria di Bolzano fra gli applausi della Svp. Una cerimonia che si svolgeva da sessant’anni, perché la patria è una cosa seria”.
Proprio per questo, per il giornalista l’amore per il bianco rosso e verde è fondamentale: “Voglio una persona felice sempre d’amare il Tricolore, perché ce l’ha scolpito nell’animo. E perché non deve restare insensibile al grido di dolore di chi ha votato per il Movimento 5 Stelle”.

Non solo: “Voglio una persona forte ma umile, sul nuovo modello indicato da Papa Francesco. Una persona che dedica in silenzio una parte del suo tempo agli ultimi – stranieri compresi -, rendendoli attori protagonisti di un teatro nel quartiere Città Studi a Milano. Dove non si paga il biglietto d’ingresso – unico teatro d’Europa -, perché la conoscenza è un diritto universale. Come l’italianità, valore oltre ogni frontiera”.

Qualche indicazione geografica? “Voglio un cittadino del Sud che vive, contento, al Nord. Anzi, voglio ‘una’ cittadina fra Nord e Sud. Una donna originaria di Molfetta (come Riccardo Muti), per un mondo finora abitato da soli uomini”.

Guiglia ha in mente una donna ben precisa “che nel 2011 fu a un passo dal diventare ministro della Giustizia nel governo-Monti, perché considerata quel che è: una brillante e non faziosa “tecnica”. Più che tecnica: giurista. Più che giurista: presidente del tribunale di Milano. Che bello avere il senso dello Stato”.

E, per chi non l’avesse ancora capito, ecco il nome: “Sì, mi piacerebbe che nella rosa dei candidati per la presidenza della Repubblica, entrasse Livia Pomodoro. A differenza dei tanti petali che circolano e già appassiscono, la Signora della Legge unisce nell’Italia che cambia. E’ una novità degna dell’antica tradizione italiana. Livia Pomodoro diventi il nome della Rosa”.

 


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