Stiamo entrando nel secondo trimestre e le nostre previsioni di crescita economica a livello globale rimangono per gran parte invariate rispetto alle previsioni che abbiamo fatto alla fine del 2012. Tuttavia, ci sono stati alcuni cambiamenti drammatici nel panorama globale. Verso la fine dello scorso anno gli investitori si sono concentrati sugli Stati Uniti e sull’impatto potenziale del fiscal cliff, mentre la crisi della zona euro si è mossa dietro le quinte. Tuttavia, il risultato inconcludente delle elezioni italiane che si sono tenute nel mese di febbraio e il controverso salvataggio di Cipro in marzo hanno ricordato che i problemi dei mercati della zona euro sono tutt’altro che terminati.
La possibilità del prelievo forzoso
La possibilità che risparmiatori con depositi bancari in altri Paesi in difficoltà della zona euro possano essere destinati a pagare anche per salvataggi futuri è preoccupante. La questione del fiscal cliff degli Stati Uniti permane, ma sembra si sia ridotta d’importanza per quanto riguarda i mercati interessati.
La divergenza tra Usa ed Europa
Le sorti degli Stati Uniti e delle economie europee appaiono sempre più divergenti, come avevamo previsto all’inizio dell’anno. Negli Stati Uniti, sembra che la ripresa si stia ampliando e dovrebbe crescere nel corso dell’anno non appena diminuirà l’impatto del drenaggio fiscale. Il mercato immobiliare, un fattore chiave della fiducia dei consumatori, sta mostrando ulteriori segnali di ripresa. È vero che gli acquisti in contanti da parte degli investitori sono un fattore di gran lunga più importante della ripresa rispetto ai precedenti recuperi immobiliari, ma, dato che un gran numero di proprietari di case sta partendo da una situazione di patrimonio netto negativo, l’impatto complessivo sulla fiducia dei consumatori potrà essere positivo. Gli investimenti non si stanno riprendendo in maniera forte, ma questo è in linea con la nostra idea che le società mantengono uno stretto controllo sui propri bilanci.
Il crollo europeo
Nel frattempo, sembra che i dati previsionali in Europa si stiano deteriorando e non abbiamo alcun motivo di cambiare la nostra previsione sul fatto che la zona euro si contrarrà dello 0,5% quest’anno. Infatti, i dati recenti hanno rafforzato la nostra convinzione di rimanere al di sotto del consenso per le previsioni della zona euro nel 2013 e crediamo che ci sia ancora spazio risultati ancora peggio del previsto. E’ certamente in atto un inasprimento fiscale in misura molto maggiore in Europa che nel resto del mondo, mentre le previsioni al ribasso sugli utili societari stanno superando le previsioni al rialzo. Inoltre, riteniamo che il sistema finanziario europeo rimanga un rischio sistemico per i mercati globali.
L’indipendenza energetica come punto di forza per gli Usa
La traiettoria della ripresa economica mondiale è molto più bassa rispetto ai cicli precedenti e le condizioni restano difficili per le società. Ci aspettiamo che l’economia degli Stati Uniti rimanga relativamente forte, e si dovrebbero vedere significativi benefici derivanti dall’indipendenza energetica. In particolare, ciò favorisce chi percepisce utili in dollari e l’esposizione ciclica statunitense.
Mark Burgess
Chief Investment Officer di Threadneedle, società internazionale di gestione degli investimenti