Giusta e puntuale la sconfessione, da parte dei capigruppo parlamentari del “M5S” e di Beppe Grillo, sull’esternazione, improvvida, di Becchi, che aveva bocciato la nomina di Saccomanni, di Bankitalia, a superministro dell’Economia, commentando : “Non meravigliamoci se, tra qualche mese, la gente imbraccerà i fucili !”. Nessuno spazio ai “cattivi maestroni”, come Becchi, a cui, peraltro, i conduttori dei talk più seguiti dovrebbero evitare di concedere graditi ribalte, utilizzate per sparare parole irresponsabili come quelle del docente e del leghista Borghezio contro la ministra di colore del governo Letta-Alfano.
Contro la violenza “senza se e senza ma” e senza rincorrere i “cui prodest”, i presunti complootti e le dietrologie : questa deve essere la posizione, unanime, del Parlamento e del governo, senza distinzioni tra maggioranza e opposizione.
Peraltro, “cazzeggiando” con superficialità, su argomenti incendiari, si dà spazio ai non pochi esponenti del teatrino politico e mediatico, che non aspettano altro che attaccare e tentare di isolare l’unica forza di opposizione.
E si contribuisce a far scattare il silenzio-stampa su posizioni, ben più preoccupanti e inquietanti, come quella di Laura Boldrini che, il 1 maggio, si è arrampicata sugli specchi, con una narrazione alla Vendola, che si è conclusa con un accostamento, assurdo e da respingere, tra il folle sparatore di Roma, Preiti, e la sua vittima, il povero carabiniere Giangrande.
Come Grillo ha chiarito che Becchi rappresenta se stesso, cosa aspetta Nichi Vendola a spiegare che la Presidente della Camera ha sbagliato, straparlando di “vittime che diventano carnefici”, a proposito della sparatoria di domenica scorsa a Roma e del ferimento del coraggioso carabiniere, Giuseppe Giangrande ?
Pietro Mancini