Qualsiasi iniziativa culturale e politica di contrasto all’escalation della violenza sulle donne merita grande attenzione. In tale direzione si muove il doveroso e sentito ‘allarme’ sulla violenza contro le donne: “basta con l’oggettivazione dei corpi delle donne perche’ passa il messaggio che con un oggetto puoi farci quello che vuoi” e sulla condizione femminile: “[…] per proteggerle va rilanciata l’occupazione femminile”, del Presidente della Camera, Laura Boldrini. Lodevolissima iniziativa, non v’e’ dubbio alcuno. Allarme che accolto, induce subito a proseguire ed approfondire la riflessione soprattutto nel pur frammentato mondo della sinistra dove e’ piu’ avvertita la drammaticita’ del fenomeno e quindi piu’ suscettibile di una riflessione. Non sarebbe ora di prender in considerazione che la violenza fisica, ossia l’atto manifesto e visibile, non e’ a se stante, ne’ e’ riconducibile ad un generico raptus che non dice nulla? Non sara’ magari arrivato il momento di prender in seria considerazione che ogni atto di violenza manifesto e visibile, puo’ affondare le sue radici in un pensiero, in un’idea ‘distorta’ che si ha della donna? Cosi’ sara’ proprio vero che la devastante crisi finanziaria, che impoverisce sempre di piu’ un elevato numero di persone, e’, come si dice, ‘la genesi’ dei tanti suicidi? Si puo’ concordare sul fatto che sia ‘la causa scatenante’ di un atto violento contro se stessi e la propria vita: ma perche’ non prender in considerazione che a monte puo’ esserci un pensiero, un’idea ‘distorta’ su se stessi e sul valore della propria vita? Le ripetute e quotidiane stragi familiari dicono chiarissimamente che ‘la famiglia’ e’ il luogo principale dove, nel silenzio, si consumano atti di inaudita e brutale violenza, tanto efferati quanto incomprensibili e che hanno molto spesso, purtroppo, come vittima il bambino: e’ un fatto che non si puo’ piu’ negare! La cultura, soprattutto di sinistra, ed i media, prima ancora e forse di piu’ e meglio dell’inevitabile ‘repressione’ prevista dal codice penale, possono far molto: si dovrebbe smetterla con messaggi basati sulla ‘rassegnazione’, del tipo: “ma e’ stato sempre cosi’!” e cominciare a chiedersi se per caso non ci sia dell’altro in giro. Bisogna avere il coraggio di liberarsi e di denunciare la falsita’ e l’inganno di tesi che ripetono a pappagallo la storiella della ‘naturale cattiveria’ dell’essere umano in quanto siamo tutti figli di Caino, che si nasce con il peccato originale, che la donna e’ un essere inferiore, che serve solo per la procreazione della specie e che il bambino puo’ entrare a far parte della comunita’ solo quando acquisce la ragione, ossia quando parla, legge e scrive. Come si puo’ conciliare, infine, l’essere di sinistra, per valori come liberta’, uguaglianza, giustizia sociale e liberazione dell’essere umano, e poi ‘tacere’ di fronte a slogan che invitano alla rassegnazione piu’ totale? Come si puo’ conciliare l’anelito ad una societa’ piu’ giusta, che aiuti chi e’ rimasto indietro, con il ‘credere’ ad una ‘naturale cattiveria’ dell’essere umano? La Boldrini ha il grande merito di aver aperto una seria riflessione: tocca ora alla sinistra, pur frammentata, trovare le giuste risposte per ribaltare lo ‘status quo’ che e’ la condanna alla rassegnazione. Ribellarsi – e non rivoltarsi – e’ possibile senza rischiare l’ennesimo fallimento, come e’ stato il ’68. Proprio in questi giorni e’ stato ‘ri-pubblicato’ dalla casa editrice ‘L’Asino d’oro’ un libro di Massimo Fagioli, dal titolo incredibilmente attuale, ‘Bambino, donna e trasformazione dell’uomo’, che sara’ presentato al Salone del Libro di Torino il 18 maggio, dove l’autore espone la sua teoria sulla realta’ umana e racconta la storia di una prassi di ‘cura, formazione, ricerca’ riuscita, l’Analisi Collettiva. Una teoria che andando oltre Freud e Marx, l’Illuminismo e la Ragione, ‘la credenza’ e la Religione, che hanno miseramente fallito, eleva a Statuto di Scienza il rapporto interumano ed in particolare il rapporto uomo-donna, rapporto tra uguali e diversi, tanto che non c’e’ “socialismo senza sessualita’ e sessualita’ senza socialismo”.
Bene allarme Boldrini su violenza contro donna: alla sinistra la risposta giusta
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