Skip to main content

Canzio, il silenzio è d’oro

Quando un capo va in pensione, si usa fargli un regalo. Per questo c’è chi al ministero dell’Economia suggerisce che i dipendenti tutti della Ragioneria Generale dello Stato offrano all’ex Ragioniere Generale un DvD del film di René Clair del 1947 Le Silence est d’Or, un vero capolavoro tratto dalla commedia di Molière L’école des marised ambientato negli studios della Parigi del film muti quando il sonoro cominciava ad affacciarsi. Maurice Chevalier, il protagonista “anziano”, lascia a tutti un buon ricordo andandosene in silenzio quando è chiaro che la nuova tecnologia prenderà il sopravvento. Un leader tiene soprattutto a lasciare un buon ricordo ai colleghi, specialmente ai più giovani.

Canzio aveva l’opportunità di farlo ma ha scelto di far sì che venga ricordato non solo come un Ragioniere Generale dello Stato da cui alcuni dei maggiori economisti italiani considerano come uno dei meno utili dalla creazione del Regno d’Italia ma anche come un individuo che gli italiani vorranno coprire al più presto di una coltre di oblio.

Sul suo ruolo hanno scritto Alberto Alesina e Francesco Giavazzi e nessuno – neanche il diretto interessato – ha smentito i dati, le cifre e le considerazioni da loro fatte su Il Corriere della Sera. Pochi sanno, però, che:

a) Canzio ha superato i limiti di età da oltre un anno ed è rimasto in servizio solo grazie un provvedimento speciale richiesto dal ministro pro-tempore Vittorio Grilli:

b) per andarsene con grazia gli sarebbe stata offerta la presidenza di un importante istituto;

c) ha uno stipendio pari quasi al doppio di quello del Presidente degli Stati Uniti ed avrà, per un marchingegno normativo, una pensione che supererà del 50% il trattamento dell’inquilino della Casa Bianca.

La lettera inviata a tutta la Ragioneria Generale può essere letta come un invito a dirigenti e funzionari a non collaborare con il suo successore. Sta ad altri esaminare se ci siano profili di dubbia legalità quali eventuale incitazione all’insubordinazione.

C’è solo da auspicare che il ministro dell’Economia e delle Finanze ed il governo invitino a prendere le misure più ferme perché chiunque ostacoli il rinnovamento della Ragioneria Generale venga rimosso e perché eventuali incarichi, prebende ed appannaggi vengano commutati in opere di bene e a riscoprire la virtù del silenzio, nobile caratteristica degli alti funzionari dello Stato.

×

Iscriviti alla newsletter