Banca UniCredit ha realizzato un vademecum evidenziando le dieci cose che bisogna sapere a proposito di cessione del quinto.
In un mercato bloccato dalla crisi economica e frenato dalla recessione è sempre più complesso ottenere dei prestiti, ma per i dipendenti a tempo indeterminato e i pensionati c’è ancora una possibilità concreta: la cessione del quinto. Come tutti i finanziamenti, però, serve cautela prima di sottoscrivere il contratto, ed è per questo motivo che è bene informarsi sulla cessione del quinto prima di prendere qualsiasi decisione.
La storia della cessione del quinto dello stipendio inizia il 5 gennaio 1950 con la legge numero 180, quando l’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi approvò un decreto concernente “il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”, grazie al quale venne introdotta una particolare tipologia di prestito personale da estinguersi con la cessione di quote dello stipendio fino al quinto dell’ammontare dell’emolumento valutato al netto di ritenute.
E dal momento che è ancora un prodotto molto utilizzato, dodici associazioni dei consumatori insieme a UniCredit hanno stilato un decalogo per informare tutti gli utenti riguardo a questa forma di prestito, eccone una sintesi. La cessione del quinto dello stipendio o della pensione (CQS) deve il suo nome allo stretto collegamento che ha con lo stipendio o la pensione stessa. L’ammontare di ogni singola rata viene infatti trattenuta ogni mese dalla busta paga (o dalla pensione), e la trattenuta operata dal datore di lavoro (o dall’ente previdenziale nel caso della pensione) viene direttamente destinata all’istituto che ha erogato il prestito.
Si tratta di uno strumento abbastanza flessibile: può essere infatti utilizzato sia dai dipendenti pubblici che da quelli privati, inclusi i lavoratori che hanno contratti di lavoro a termine o parasubordinati. Può essere offerto direttamente da banche o istituti di credito oppure indirettamente da operatori e intermediari finanziari, ma in ogni caso è sempre auspicabile leggere con attenzione il contratto prima di firmare.
La cessione del quinto è assistita da garanzie obbligatorie previste per legge (quali la polizza assicurativa per il rischio vita ed il rischio impiego, che tutelano cliente e finanziatore in caso di morte o perdita del lavoro) e prima di sottoscriverla il titolare ha diritto a ricevere il documento denominato “Informazioni Europee di base sul Credito ai Consumatori”, che riporta tutte le informazioni sul finanziamento (caratteristiche e costi in primis).
La cessione del quinto risulta rinnovabile a certe condizioni (deve essere decorso un limite minimo di tempo pari ai 2/5 dell’intera durata del prestito iniziale o comunque il cliente deve aver rimborsato almeno il 40% del numero delle rate previste – il rinnovo è poi possibile se interessa un’operazione di durata pari od inferiore a 60 mesi con una di durata pari a 120 mesi, purché contratta per la prima volta), ma in caso di inadempienze del titolare (ad esempio il non avere rispettato delle regole in caso di estinzione anticipata della precedente cessione) la legge inibisce tale possibilità.
Il consumatore reca poi il diritto di restituire in anticipo il prestito versando al finanziatore il capitale residuo, gli interessi e gli altri oneri maturati fin lì; l’estinzione anticipata è un suo diritto ma prevede delle penali, che non scattano soltanto in caso di debito residuo pari o inferiore a 10 mila euro.
L’utente infine può anche recedere il contratto precedentemente firmato senza dover dare spiegazioni o pagare penali a patto che il “ripensamento” avvenga entro e non oltre 14 giorni dalla firma del contratto.