Di Ignazio Marino, candidato del Partito Democratico a Roma che sfiderà con oltre 12 punti di vantaggio il sindaco uscente Gianni Alemanno al ballottaggio (e che ieri ha ricevuto anche l’endorsement indiretto di Alfio Marchini), sono state date le descrizioni più disparate. Goffredo Bettini l’ha definito “irregolare”, Peppino Caldarola su Formiche.net “eterodosso”.
Ma com’è davvero il timido chirurgo che, zainetto sulle spalle, potrebbe diventare presto il nuovo primo cittadino della Capitale? Formiche.net lo ha chiesto a Marta Leonori, deputata del Pd e membro del coordinamento politico del comitato Marino.
“Conosco Marino da prima che diventasse senatore e lo descriverei come determinato, disponibile, aperto, capace di lavorare insieme agli altri e di far funzionare le istituzioni in cui si è trovato come la Commissione Igiene e Sanità di cui è stato presidente nel governo Prodi: l’ha fatta funzionare nonostante due soli voti di maggioranza”.
Tra le accuse che gli vengono mosse, c’è quella di essere estraneo a Roma…
Roma è una città accogliente, non è fatta di soli romani doc. Marino non è nato a Roma, come Alemanno, ma ci vive da tantissimi anni. E poi il fatto che abbia vissuto in altri Paesi e città è un elemento positivo perché può portare i modelli che funzionano anche nella nostra città. Chi si candida lo fa con le idee e con la testa.
Com’è il rapporto di Marino con il Pd. Su Repubblica ha detto di essersi sentito solo. Sensazione o realtà?
Purtroppo ha vissuto la campagna elettorale in un momento di grande crisi per il partito. Il Pd c’è stato molto soprattutto a livello territoriale, nelle persone che l’hanno seguito tutti i giorni e visibilmente si è visto il sostegno a livello nazionale da quando Guglielmo Epifani è stato eletto segretario. Nel suo discorso al Congresso ha esplicitamente parlato dell’importanza della sfida a Roma.
Non sarà che è visto troppo a sinistra in un Pd che invece tende al centro?
Marino ha vinto la primarie ed è stato scelto da una parte importante del Pd. L’entusiasmo può non esserci stato da parte di tutti ma l’abbiamo respirato tra gli iscritti, nei circoli che sono stati una base importante della campagna.
Come sono i rapporti di Marino con il governo Letta? Da senatore non ha votato la fiducia all’esecutivo.
Non l’ha votata e ha dato le dimissioni da senatore perché voleva concentrarsi sulla sua candidatura a Roma. Marino non ha mai nascosto le sue idee ma il Pd è compatto a livello locale.
Un ostacolo all’elezione di Marino potrebbe arrivare dai cattolici? Il Fatto Quotidiano parla di un’alleanza fra Alemanno e curia…
Io parlo da appartenente a una famiglia cattolica e da una che è stata molti anni negli scout. Non mi sembra che i cattolici abbiano problemi nel votare Marino, per alcuni può avere idee non condivisibili ma Marino stesso è cattolico.
Un cattolico alleato con Sel… Un’alleanza da replicare in futuro a livello nazionale?
Noi ora siamo parte del governo Letta e ci comportiamo di conseguenza. Ma sicuramente alle prossime elezioni si riproporrà l’alleanza con Sel di Nichi Vendola. Qui l’alleanza è andata molto bene, come lo è andata con i verdi, i socialisti, la Lista civica e il Centro democratico che compongono la coalizione.
Emanuele Macaluso invita Marino sul Corriere della Sera a chiarire chi farà parte della sua squadra. Ci sono già delle indicazioni in merito?
Marino ha delineato il profilo che le persone della sua squadra dovranno avere e conterà il merito, le competenze, la trasparenza. E la cosa importante è che questi criteri varranno per tutto il mandato, non solo per la nomina della giunta. I nomi in sé non credo siano rilevanti per il voto.
Clic della campagna elettorale. Cosa vi rimarrà di questi mesi?
Una delle cose più carine che abbiamo fatto è immaginare una città a misura di bambino. E nel farlo, abbiamo realizzato un programma a fumetti anche per i più piccoli. Di queste comunali poi rimarrà un importante novità e cioè la possibilità di esprimere una doppia preferenza di genere. Grazie a questo, c’è stato un boom di giovani donne elette. Marino poi si è impegnato a fare una giunta con il 50% di presenze femminili e anche a livello di municipi la presenza di giovani e donne si fa notare. È una bella differenza rispetto al passato.