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Peacekeeper cinesi in Mali?

La Cina ha offerto di schierare proprie truppe in operazioni di peacekeeping Onu per contenere le milizie islamiste in Mali. Si parla di circa 500 soldati, il più ampio contributo di Pechino sul fronte del mantenimento della pace, ha detto un funzionario delle Nazioni Unite citato dall’agenzia France Presse.

La decisione cinese servirebbe a ricomporre le divisioni con l’Occidente per le posizioni sul conflitto siriano e allo stesso tempo a garantire gli interessi del Dragone in Africa, continente tappa del primo viaggio ufficiale del presidente Xi Jinping. Tesi rilanciata anche dalla stampa d’oltre Muraglia. Se confermato, ha detto Li Wentao, esperto di Africa a China Institute of Contemporary International Relations, citato dal China Daily, il dispiego di peacekeeper cinesi in Mali mostrerebbe la volontà di sostenere la stabilità nel Continente e proteggere gli investitori del Drago.

La guerra contro il terrorismo non deve essere lasciata ai soli Stati africani, ha detto il rappresentate cinese al Palazzo di Vetro, Li Baodong. Nel Paese dell’Africa occidentale mentre è iniziato il ritiro francese sono di stanza 6,500 truppe africane, ma secondo le Nazioni Unite servirebbero altri 3mila soldati.

“La Cina vuole giocare un ruolo costruttivo nello sforzo internazionale per sostenere il Mali verso la riconciliazione e la stabilità”, ha scritto sempre il China Daily nel riportare le parole del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei. “In futuro la Cina continuerà ad avere una presenza in Africa come potenza responsabile e con un presenza neutrale sul campo”, ha aggiunto.

La prima partecipazione cinese a missioni di peacekeeping risale al 1992. Attualmente sono quasi 2mila i soldati cinesi schierati in missioni in tutto il mondo, che ne fanno il membro del Consiglio di Sicurezza a dare il contributo maggiore.

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