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Chi ha vinto (per ora) alle Comunali. E perché

Manca ancora qualche ora alla chiusura dei seggi elettorali. Eppure un vincitore già appare alla linea del traguardo di queste elezioni amministrative, ed è quello più temuto dai partiti: l’astensionismo.

I dati
L’affluenza nella prima giornata di voto alle 22 di ieri sera, secondo i dati del Viminale, è stata del 44,67%, oltre 15 punti in meno rispetto alle precedenti omologhe, quando i votanti furono il 60%.
Affluenza in calo quasi ovunque, ma il dato più preoccupante è a Roma. Nella Capitale, il voto più importante di questa tornata elettorale, c’è stato un crollo verticale rispetto alle elezioni del 2008: 38,6% contro 57,5% dei votanti, con una differenza di quasi 20 punti.
Certo le attenuanti ci sono. Bisogna ricordare infatti che qui il voto del 2008 si sovrapponeva a quello nazionale. E che ieri sera l’effetto derby di Coppa Italia ha sicuramente influito.

Le analisi
Ma il processo al (poco) voto è già iniziato. C’è chi, come il Fatto Quotidiano, attribuisce l’astensione all’”inciucio” su cui è basato il governo guidato da Enrico Letta. “Colpa dell’indecente connubio di governo”, tuona il sociologo Marco Revelli.

Tutti i leader politici, da Guglielmo Epifani a Silvio Berlusconi, si sono affrettati a dire che questo non è un test né per la politica a livello nazionale né per il governo visto che coinvolgono solo il 7% dei Comuni italiani.

Non è così per Ilvo Diamanti che su Repubblica afferma invece che “tutte le elezioni, anche quelle amministrative, hanno un impatto nazionale”. E se il dibattito politico su queste elezioni “appare tiepido” ciò è dovuto a diverse ragioni: il distacco degli italiani verso i partiti e le istituzioni che si fa sentire anche tra i sindaci, “vent’anni fa protagonisti del cambiamento, oggi confusi nella nebbia della sfiducia politica”; la frammentazione tripolare, Pd-Pdl-M5S a cui sembra destinata anche questa votazione; il timore che le tensioni elettorali locali producano fratture (nel governo e nei partiti), favorendo il M5S.

Anche il presidente del Senato Pietro Grasso, che si è detto dispiaciuto per i dati sull’affluenza, ha analizzato il voto e spiegato come invertire la tendenza: “Dobbiamo lavorare molto di più per fare avvicinare sempre di più i cittadini alla politica. I cittadini devono essere avvicinati alla politica che si preoccupa e si occupa dei loro interessi, alla politica del rinnovamento, alla politica assolutamente diversa. Quando ci riusciremo ci sarà il 100% dei votanti”.



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