Sono 564 i comuni italiani dove domani, domenica 26 e lunedì 27 maggio, si vota per le elezioni amministrative. Un appuntamento importante perché primo test dopo le nazionali, il cui risultato ha consegnato una situazione di ingovernabilità a causa del sostanziale pareggio di tre forze politiche, Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle. Sono le prime elezioni sotto il governo di grande coalizione guidato da Enrico Letta e le prime per il Partito Democratico con un nuovo segretario reggente, Guglielmo Epifani, dopo le dimissioni di Pier Luigi Bersani.
Gli italiani chiamati alle urne sono circa 7 milioni (3.305.273 maschi e 3.590.428 femmine) e il rinnovamento di sindaco e consiglio comunale riguarderà circa il 7% dei Comuni.
Quando si vota
Si può votare nelle sezioni di appartenenza domenica, dalle 8 alle 22 e lunedì, dalle 7 alle 15. Le operazioni di scrutinio inizieranno lunedì subito dopo la chiusura della votazione e l’accertamento del numero dei votanti.
Il turno di ballottaggio è invece fissato per domenica 8, sempre dalle 8 alle 22, e lunedì 10 giugno, dalle 7 alle 15.
Dove si vota
Le elezioni coinvolgeranno due capoluoghi di regione, Ancona e Roma, e 14 capoluoghi di provincia: Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza e Viterbo. Domenica si vota anche per il consiglio regionale della Valle d’Aosta.
Per quanto riguarda un’altra Regione a statuto speciale, la Sicilia, il voto sarà invece domenica 9 e lunedì 10 giugno, con eventuali turni di ballottaggio domenica 23 e lunedì 24 giugno.
L’elenco completo dei Comuni coinvolti si può visionare qui.
Come si vota
La legge elettorale prevede due differenti modalità: se il Comune ha meno di 15mila abitanti, chi ottiene più voti al primo turno vince, anche senza maggioranza dei voti. Se il Comune ha oltre 15mila abitanti il sistema è quello maggioritario: chi ottiene il 50% dei voti più uno viene eletto al primo turno. Se nessun candidato riesce a raggiungere tale quota, si procede al ballottaggio tra i due candidati più votati.
Le elezioni a Roma
Il voto più atteso e importante è sicuramente quello che incoronerà il nuovo sindaco di Roma. Un voto da record: 19 i candidati sindaci e 40 liste ad essi collegate tanto che è stato necessario stampare una scheda elettorale di sei facciate, lunga circa un metro e 20 centimetri.
Ma al di là dell’affollamento, il testa a testa che si prefigura al ballottaggio è quello tra il sindaco uscente Gianni Alemanno e il candidato uscito vincitore dalle primarie del Pd, Ignazio Marino.
Sorprese potrebbero arrivare però dal candidato del Movimento 5 Stelle, l’avvocato Marcello De Vito e dall’imprenditore Alfio Marchini che ha incassato l’endorsement di Mario Monti e Pier Ferdinando Casini e ha annunciato che, in caso di vittoria, sceglierà il candidato grillino come vicesindaco.
Le alleanze
Uno studio del Cise dell’università Luiss dà un quadro delle principali alleanze tra i partiti per queste elezioni. Un quadro frammentato per il Pd che, trai i 16 comuni capoluogo, corre con Sel in 5, con la sinistra in 4, in un’insolita coalizione, che va da Scelta civica a Rifondazione, a Barletta e Iglesias. Il Pdl, dopo aver corso da solo, e con scarso successo, l’anno scorso in 22 comuni su 26, ritrova invece il suo alleato storico, la Lega, in 6 comuni capoluogo. Tra questi Imperia dove il centrodestra compatto ingloba anche Udc e Scelta Civica.