Oggi il “mal di Germania” è ancora più forte. Dopo il weekend di finali (sabato sera di Champions, ieri di Coppa Italia) la sensazione che il nostro calcio sia lontano anni luce da quello tedesco è quasi una certezza. E’ vero, da una parte c’era il top teutonico (prima e seconda della Bundesliga), dall’altra la medio alta classifica italiana, ma la differenza è comunque troppa per non ammettere il problema. Che si verifica soprattutto a livello mentale. Abbiamo visto tutti la spensieratezza con cui Bayern Monaco e Borussia Dortmund hanno affrontato la finale di Champions, leggermente più importante (si fa per dire…) di quella di Coppa Italia. Squadre coraggiose, aggressive, che si sono affrontate a viso aperto nonostante il peso della posta in palio, senza mai però dimenticare lealtà e correttezza (salvo un paio di episodi comunque sanzionati dall’ottimo Rizzoli). Splendido vedere la tifoseria del Dortmund applaudire i propri giocatori alla fine del match, nonostante la comprensibile delusione per aver perso la Coppa al 89esimo, peraltro contro gli acerrimi rivali bavaresi.
Una scena così accade raramente in Italia, ma di sicuro non si è vista ieri a Roma, dove l’inciviltà l’ha fatta ancora una volta da padrona. Dopo il match gli sconfitti giallorossi sono tornati a Trigoria, dove sono stati accolti da uova e pietre. Reazione sconsiderata di un gruppo piuttosto numeroso, ma purtroppo ipotizzabile, anzi quasi meglio del previsto. E così, nonostante il ritrovamento di asce e coltelli, le cariche tra ultras e polizia sul Ponte Duca d’Aosta, gli episodi del post gara, giornali, tv e istituzioni parlano di un derby corretto, filato liscio oltre ogni ragionevole aspettativa. Contenti loro… Tornando al campo, la stracittadina romana ha fondamentalmente deluso, ancor più se paragonata alla finale di Champions. Rispetto a Wembley s’è visto poco spettacolo e tanto, troppo, nervosismo. Il problema non è solo tecnico, anche perché all’Olimpico c’erano giocatori del calibro di Totti, Lamela, Destro, Hernanes e Klose. A farla da padrone è stata la tensione, che ha attanagliato Roma e Lazio fin dalla vigilia. “Vincete o scappate” e “Coppa o morto” sono stati alcuni degli striscioni che hanno accompagnato i giallorossi, mentre ai laziali sono arrivate addirittura minacce di morte via telefono (!). Dopo tutto ciò, come aspettarsi una partita divertente e spensierata?
Da Wembley all’Olimpico un confronto impietoso!
Di