A vent’anni dal referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, forse ci siamo. Il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri recita all’articolo uno proprio queste parole: “E’ abolito il finanziamento pubblico dei partiti”.
Per commentare la decisione, Formiche.net ha sentito uno dei protagonisti di quella stagione, Paolo Cirino Pomicino, ex ministro della Funzione pubblica e del Bilancio: “La norma attiva un processo giusto ed è molto opportuno il fatto che sia graduale e spalmata su tre anni. Ciò consentirà di verificare in corso d’opera la capacità di coniugare la tenuta della democrazia dei partiti con la sobrietà e l’attivazione del contributo volontario”.
Il rischio che la politica possa finire in mano ai ricchi c’è, ammette “Geronimo”, “ma la gradualità del ddl ci farà capire fino in fondo se il Paese è nelle condizioni per sostenere questo provvedimento”.
C’è poi un altro articolo del disegno di legge su cui l’ex ministro invita i partiti a fare attenzione: “I partiti che non adotteranno uno statuto, con criteri di trasparenza e democraticità, non potranno essere ammessi a benefici quali le detrazioni per le erogazioni volontarie, la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi”. Secondo lo storico esponente della Dc, “ad oggi l’unica struttura democratica è quella del Pd mentre tutti gli altri partiti rischiano di non avere neanche una lira, pardon un euro. Adeguino quindi i propri statuti”.