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Perché Reinhart e Rogoff sbagliano su debito e crescita

La relazione tra alto debito pubblico e lenta crescita economica non esiste. Uno stock eccessivo diventa rischioso solo nel momento in cui si comincia a perdere il controllo di inflazione, tassi d’interesse e la volatilità del mercato azionario esplode. Questa la tesi di J. Bradofrod DeLong, docente di Economia all’Università di Berkeley in California.

Inflazione, tassi d’interesse e borsa

Un governo che non tassa a sufficienza i cittadini per coprire le sue spese, si legge su Project Syndacate, finirà col fare i conti con un debito eccessivo. I suoi interessi nominali aumenteranno se i detentori di titoli di Stato temeranno l’inflazione, e le sue imprese lasceranno il Paese per paura di pagare tasse troppo alte sulle loro attività. Inoltre, ad aumentare saranno anche i tassi reali a causa dell’incertezza politica, rendendo molti investimenti importanti dal punto di vista sociale non redditizi. E quando l’inflazione prenderà piede, la divisione sul lavoro toccherà i livelli massimi. E una situazione simile comporterà, naturalmente, anche un abbassamento della produttività.

Alto debito senza effetti sull’economia

Tutto questo, secondo DeLong, succederà di sicuro, alla fine, se un governo non tassa in modo adeguato i cittadini. Ma questo scenario è possibile se i tassi d’interesse restano bassi, il mercato azionario stabile, e l’inflazione sotto controllo? Secondo alcuni economisti, compresi Larry Summers, Laura Tyson e Paul Krugman, la risposta è no.

La soglia del 90% di Reinhart e Rogoff

Reinhart e Rogoff hanno sbagliato nel definire la soglia del 90%. In effetti, secondo l’economista, c’è un declino graduale e leggero nei tassi di crescita man mano che aumenta il rapporto debito/Pil, e l’80% sembra una quota poco diversa da quella del 100%. Secondo i due economisti autori dello studio “Growth in a Time of Debt” del 2010, la correlazione tra alto debito e basso tasso di crescita è un segnale che dovrebbe far riflettere sulla possibilità che quello stock sia eccessivo. Ma la relazione in realtà esiste in Paesi dove i tassi d’inflazione sono alti quando il debito è alto. E spesso, in questi casi, è la crescita ad essere bassa, e quindi alti rapporti debito/Pil dipendono dal denominatore, non dal nominatore.

Il caso Usa

Quindi, che relazione c’è tra debito e performance economica per un Paese con bassi tassi d’interesse, bassa inflazione, buon andamento azionario e una crescita sana? Non molto stretta, se non nulla. Negli Usa, almeno, abbiamo imparato che ci sono pochi rischi nell’accumulare debito pubblico fino a che i tassi d’interesse e quelli dell’inflazione cominciano a correre, o fino al momento in cui crolla la borsa. E, secondo l’economista, ci sarebbero grandi benefici potenziali se si risolvessero ora i problemi reali dell’economia Usa: la disoccupazione e la crescita lenta.



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