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Il taglio dei tassi di Draghi? C’è poco da festeggiare

La recessione continua a flagellare l’eurozona, costringendo a una revisione continua delle previsioni su risultati e obiettivi. Inoltre, l’inflazione annuale è crollata sotto il target previsto dalla Bce, al 2%, mentre la disoccupazione è aumentata. La decisione sul taglio dei tassi annunciata oggi dal governatore Mario Draghi, che li allinea a quelli già decisi dalla Bank of England, avrà effetti sostanziali?

Effetto taglio dei tassi?

Secondo il blog inglese OpenEurope, think tank con sede a Londra e Bruxelles, non molto. Da un lato permetterà di ridurre i costi per le banche che prendono in prestito grandi fondi dalla Bce e per i consumatori che devono far fronte a mutui con tassi variabili e a pagamenti a rate in generale, ma l’impatto sarà molto limitato.
Il meccanismo usuale attraverso cui un tasso si trasmette al mercato infatti è rotto. I prestiti overnight nell’eurozona (i depositi overnight sono uno dei tipi principali di depositi interbancari, quei depositi che, anziché essere fatti da un cliente ad una banca, sono fatti da una banca ad un’altra o alla banca centrale) per esempio restano a livelli bassi, così come i tassi, ai minimi. Perché? Probabilmente perché solo le banche più forti stanno prendendo in prestito risorse su questi mercati. Per questa ragione un taglio non filtrerebbe fino a dove è più necessario dato che i tassi sono già slegati dall’economia reale e dipendono in misura maggiore dai rischi che riguardano le banche coinvolte.

Lo spread del finanziamento bancario alle imprese nell’eurozona

Come è stato già documentato, prosegue il blog, i tassi nelle diverse aree europee si differenziano molto, soprattutto in merito al finanziamento delle imprese. Chiaramente, quelli bancari si sono staccati molto dal tasso praticato dalla Bce, già incredibilmente basso. E un ulteriore taglio, come quello deciso oggi, potrebbe avere difficilmente impatti significativi.

Ma quali sono le altre armi nelle mani di Mario Draghi?

Comunicazione: La Bce indica la volontà di mantenere una politica monetaria accomodante per sostenere i mercati se necessario. L’effetto annuncio già sperimentato dalla Fed.

Probabilità: alta, specialmente nel coordinamento del taglio dei tassi
Efficacia: la spinta alla crescita è stata minima, è servito più per rassicurare i mercati.

Regole sui titoli collaterali: La Bce allarga il range dei titoli accettati come collaterali per lo scambio con i suoi crediti. Può inoltre diminuire l’haircut, il taglio, applicato al valore dei prestiti (aumentando quindi il loro valore come collaterali).

Probabilità: alta, se non ora a giugno, in particolare se i dati economici continuano ad essere deludenti.

Efficacia: limitata, potrebbe sostenere il finanziamento bancario ma è improbabile che riesca a stimolare i prestiti in modo importante. Comporterebbe maggiori rischi per il bilancio della Bce, acuendo le frizioni con la Bundesbank. Una misura già adottata e comunque con un impatto relativo.

Il piano Omt (Outright Monetary Transaction: il piano della Bce per l’acquisto di titoli di Stato a breve termine sul mercato secondario, con lo scopo di ridurre le pressioni derivate dallo spread e placare i timori sui mercati finanziari).

Probabilità: molto bassa. Draghi ha già suggerito che questo sia un compito di altre istituzioni come la Banca europea degli Investimenti.

Efficacia: limitata, specialmente a causa del fatto che il mercato per questi prodotti non sarebbe molto ampio. Inoltre, aumenterebbero direttamente i rischi in capo alla Bce e al suo bilancio (più che con i collaterali) provocando le proteste tedesche su un eccessivo interventismo da parte dell’Eurotower. Inoltre, è molto più difficile porre fine a questi acquisti diretti.

Una versione del Funging for Lending Scheme (FLS) inglese: non proprio un’opzione della Bce a questo punto, contrariamente a quanto si creda. Le diverse regolamentazioni e strutture negli Stati membri ne renderebbero pressoché impossibile l’applicazione.

Probabilità: molto bassa
Efficacia: potenzialmente controproducente perché la Bce avrebbe bisogno di interrompere il suo programma di prestiti per procurarsi la liquidità da garantire alle banche in base ai prestiti da loro concessi alle imprese.

Gli ostacoli politici

Queste sono solo alcune delle ipotesi che vengono discusse più frequentemente. Altri tipi d’intervento, come la collaborazione con la Bei per promuovere prestiti, avrebbe bisogno di assistenza politica, mentre opzioni come quelle del Quantitative Easing della Bce non sono possibili perché in contrasto con l’obiettivo primario di Francoforte: la stabilità dei prezzi.
La verità, secondo OpenEurope, resta solo una: il taglio dei tassi avrà un impatto minimo sull’economia dell’Eurozona. La Bce potrebbe combinare questa azione con altri tipi d’intervento ma la realtà è che gli assi nella manica di Mario Draghi non sono poi troppi. Le limitazioni imposte dalla Bundesbank e i timori sula costituzione di un’unione bancaria continueranno a mettere in primo piano i governi e la necessità che siano questi a promuovere riforme per stimolare la crescita.


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