Il successo delle aste dei titoli pubblici? I mercati hanno promosso il governo Letta, si diceva. Il fattore Palazzo Chigi di sicuro non basta per spiegare la corsa a Bot e Btp e il calo dello spread registrato negli ultimi giorni. E a stroncare i sogni di gloria di chi sperava di prendersene il merito ci pensa la Bce. Tutto, o quasi, merito delle azioni di Francoforte e del governatore Mario Draghi.
Il calmieramento della Bce
I successi delle aste di titoli di Stato di Italia e Spagna sono stati determinanti nel favorire il generale calmieramento delle tensioni dei mercati sulle emissioni dei Paesi sotto stress dell’area euro, ha spiegato la Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile. “Nel periodo in esame i rendimenti nei segmenti in difficoltà del mercato dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono in generale diminuiti”. Secondo la Bce, in particolare, il successo delle aste in Italia e Spagna è stato determinante per gli andamenti nei mercati dei titoli di Stato dei paesi periferici dell’area”. “Inoltre – si legge – l’approvazione da parte dell’Eurogruppo del prolungamento, di sette anni, dei prestiti all’Irlanda e al Portogallo ha ulteriormente contribuito al calo dei rendimenti dei titoli di Stato di tali paesi”.
Pronti ad agire
La Banca centrale europea continua a segnalare di esser pronta a nuovi tagli dei tassi di interesse se la situazione lo dovesse richiedere. “Il Consiglio direttivo seguirà con molta attenzione tutte le nuove informazioni sugli andamenti economici e monetari e valuterà l’eventuale impatto sulle prospettive per la stabilità dei prezzi”, ha affermato l’Eurotower.
Cos’è il bollettino della Bce
L’indagine condotta dalla Bce sonda esperti economici di istituzioni finanziarie e centri studi dell’area euro e, come di consueto, viene pubblicata nel bollettino mensile ma non rappresenta le previsioni della stessa Bce, bensì una media delle attese tra i tecnici del settore.
L’andamento della disoccupazione in Ue
La disoccupazione nell’area euro continua a peggiorare, ha avvertito la Banca centrale europea. “I mercati del lavoro dell’area dell’euro sono rimasti deboli, con il persistere di marcate differenze fra Paesi. I dati più recenti delle indagini congiunturali prefigurano un’ulteriore perdita di posti di lavoro e una disoccupazione crescente nel prossimo futuro“. Tuttavia, nel suo ultimo bollettino mensile inserisce anche uno spiragli di possibile miglioramento della dinamica: “Il minore incremento del numero di disoccupati rispetto agli andamenti di fine 2011 e inizio 2012 sembra suggerire un’attenuazione del ritmo di crescita della disoccupazione”, si legge. Ad ogni modo “gli indicatori delle indagini prefigurano un’ulteriore perdita di posti di lavoro nel primo trimestre del 2013 e all’inizio del secondo trimestre – rileva l’istituzione – sia nell’industria sia nei servizi.
Le stime per 2013 e 2014
Ora sul 2013 è attesa una recessione del Pil dell’intera eurozona dello 0,4 per cento, cui seguirà un più 1 per cento nel 2014 e un più 1,6 per cento nel 2015. Nell’indagine precedente, risalente a tre mesi fa, era attesa una crescita a zero sul 2013 e un più 1,1 per cento nel 2014.
Il crollo del settore immobiliare in Italia
Dopo due anni sembra arrestarsi nell’area euro il peggioramento dei cali dei prezzi delle case, ma non in Italia che è tra i paesi dove a fine 2012 questa tendenza si è ulteriormente accentuata. Nell’ultimo trimestre del 2012 in Italia i prezzi nominali degli immobili residenziali hanno segnato un calo su base annua del 4,6 per cento, in peggioramento dal meno 3,8 per cento del terzo trimestre e dal meno 2,1 per cento del secondo.