Modifiche ai contratti a termine per favorirli, interventi necessari per sviluppare l’apprendistato, attenti alla bolla Expo, un buffetto a Squinzi sul baratro del Nord e sui costosi sgravi fiscali, e di pensioni se ne parlerà dopo l’estate. Ecco annunci, proposte e critiche del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in una intervista al Corriere della Sera.
Le modifiche ai contratti a termine
La riduzione degli intervalli tra un contratto a termine e l’altro “arriverà insieme ad altre misure, con un decreto legge che il governo porterà in consiglio dei ministri tra la fine di giugno e i primi di luglio” e “probabilmente” si tornera’ a 10 e 20 pre-legge Fornero.
Gli interventi sull’apprendistato
Il ministro Giovannini ha spiegando che nel suo piano per l’occupazione dei giovani c’è anche “l’apprendistato che consente una serie di flessibilità ma in una prospettiva di assunzione”. Di pensioni, invece, “parleremo dopo l’estate”.
I nuovi strumenti da sperimentare
Di qui all’Expo 2015, idea lanciata ieri anche dall’ex ministro Maurizio Sacconi, “dobbiamo sperimentare una serie di strumenti che diano maggiore flessibilità al mercato del lavoro, l’ho spiegato anche in Parlamento. Ma bisogna stare attenti al messaggio che facciamo passare”, perché “l’Expo del 2015 è un’opportunita’ che va ben al di là di Milano e della Lombardia. Ma non dobbiamo immaginarla come una bolla, altrimenti l’effetto sarà quello visto a Londra con le Olimpiadi: un trimestre di grande successo e poi e’ finita lì”.
La sfida e la bolla dell’Expo
“E’ chiaro che se l’Expo sarà una bolla, le aziende guarderanno tutte al contatto a termine. Se invece costruiamo un progetto che si appoggia nel tempo sui punti di forza dell’Italia, come il turismo, la cultura e l’agroalimentare, allora dobbiamo incentivare l’apprendistato”.
Repliche a Confindustria
Quanto a Confindustria, “l’Italia – osserva Giovannini – sta vivendo la recessione peggiore della sua storia ma non è corretto dire che tutto il Nord sia sull’orlo del baratro”. E sulla richiesta di tagliare di 11 punti il cuneo fiscale, “prendo atto dei desiderata degli imprenditori, ma costerebbe svariati miliardi”.