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Chi vuole l’ombrello Esm per l’Italia

C’è poco da fare. Le possibilità di crescita da parte dell’Italia dipendono dalla solidità bancaria del Paese, per poter trasmettere efficacemente gli stimoli che partono dalla Bce all’economia reale. E se un intervento di finanziamento diretto alle banche da parte statale è proibito dalla disciplina europea, come invece è stato deciso dall’amministrazione Obama negli Usa, perché non fare ricorso al meccanismo Esm (European Stability Mechanism) predisposto proprio dall’Eurotower? La domanda rimbalza da tempo tra gli economisti del Paese, e non solo.

Le parole di Bini Smaghi

L’ultimo annuncio in tal senso è quello dell’ex membro del Direttivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, che in un convegno organizzato da Advantage Financial presieduto da Francesco Confuorti ha dichiarato: “Se vogliamo evitare nuove crisi le banche devono essere più capitalizzate del passato,e in questo senso l’accordo di Basilea risulta necessario. Il problema però è la transizione verso una sua piena implementazione”. Quello che serve, secondo l’economista, è quindi “un intervento di pulizia molto drastico”. ”L’Italia dovrebbe fare richiesta di un programma di aggiustamento e utilizzare i fondi Esm (meccanismo di stabilita’ europeo) per ricapitalizzare il sistema bancario”. Quanto alla possibilità che questo avvenga, secondo Bini Smaghi ”è una questione di orgoglio nazionale, ma se guardiamo all’orgoglio…”

La posizione di Confindustria e di Squinzi

Tra credit crunch e recessione, come sottolineava Fabrizio Onida sul Sole 24 ore a dicembre, “entra in gioco l’opportunità che l’Italia giochi d’anticipo nel rivolgersi al neonato Esm, non certo per chiedere un immediato intervento di soccorso finanziario di cui oggi non abbiamo bisogno, ma per garantirsi uno scudo futuro, sottoscrivendo con la troika (Bce-Commissione-Fmi) quel Protocollo di Intesa che rassicurerebbe i mercati proprio sulle incertezze dei governi del dopo-Monti (o Monti-2)”. “Sarebbe forse questa una cessione indebita di sovranità, un consegnare il paese ad un umiliante ‘commissariamento’ esterno? Al contrario: la riconosciuta autorevolezza del Monti-1, unitamente ai recenti segnali distensivi dei mercati, consentirebbe di negoziare un Protocollo che, confermando la credibilità futura dell’aggiustamento fiscale e strutturale già in atto, promuova un mix rigore-crescita-equità più lungimirante, meno ossessionato dalla data dal pareggio strutturale (ormai sancito in Costituzione)”. Una considerazione che arrivava dopo un appello simile del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

Giannino all’indomani dello scandalo Mps

Non solo. All’indomani del caso Mps, il leader di Fare per Fermare il Declino Oscar Giannino aveva proposto un’immediata nazionalizzazione dell’istituto di credito, ma senza penalizzare ulteriormente famiglie e imprese. “La cosa migliore – prosegue Oscar Giannino – è incardinare la questione in una richiesta al fondo salvabanche europeo, perché le sofferenze bancarie di sistema arriveranno tra poco a 10 punti di pil. In queste condizioni di recessione gli attivi bancari non sono in grado di generare liquidità atta a rimpinguare del necessario le riserve a copertura. Non volerlo ammettere e non volersi rivolgere all’ Europa significa solo far massacrare ancora di più nel 2013 imprese e famiglie, con meno credito”, concludeva Giannino.

Prometeia e Mediobanca

Anche il mondo della finanza si è espresso sul tema, a partire da Prometeia. In un report, il capo degli analisti di Mediobanca, Antonio Guglielmi, sosteneva “il mercato ha già ottenuto il meglio di quello che poteva sperare e sembra difficile prevedere ulteriori buone notizie sulle ricapitalizzazioni nazionali e bancarie prima delle elezioni tedesche del settembre 2013”. “Crediamo perciò – si legge nel rapporto – che i rischi potrebbero aumentare di nuovo e che quindi per l’Italia sia arrivato il momento di richiedere l’Omt (le operazioni di acquisto della Bce a sostegno dell’Eurozona)”.

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