ho già avuto occasione di esprimere le mie perplessità sulla intenzione di introdurre l’aggravante di femminicidio, di cui è paladina la presidente della camera, laura boldrini. di seguito un estratto dell’articolo de Il Fatto quotidiano del 11 maggio 2013 (che consiglio di legge integralmente) a firma Fabrizio Tonello:
“I migliori dati disponibili sono ovviamente quelli dell’Istat, che ha i mezzi e la cultura per dare un senso alle cifre e la serie che l’istituto fornisce è inequivocabile: la violenza che sfocia in omicidio da vent’anni è in calo. Nel 1992 c’erano stati in Italia 1.275 omicidi, nel 2010 (ultimo anno disponibile) appena 466, cioè poco più di un terzo. La diminuzione riguarda principalmente gli uomini ma anche le donne: se c’erano state 186 vittime nel 1992, nel 2010 ce ne sono state 131, con un calo del 29,57%. Ora, potrebbe essere che all’interno di una diminuzione generale degli omicidi, la particolare categoria delle donne uccise da un partner, o da un ex partner, sia in aumento. Questo è possibile ma non abbiamo dati per affermarlo perché occorrerebbe chiarire il rapporto assassino-vittimaper tutti i casi censiti. A mia conoscenza questo lavoro non viene fatto dalle fonti ufficiali e l’unica ricerca accademica che ha utilizzato questo approccio è stata fatta da Elisa Giomi dell’Università di Siena e da me, studiando a fondo i dati del 2006. La ricerca è stata accettata da una rivista internazionale di sociologia e comparirà tra qualche settimana. Quello che possiamo anticipare qui è che, nel 2006, furono risolti i casi di 162 omicidi di donne e che, tra questi, 100 erano casi in cui il colpevole era un marito, un fidanzato o un ex. Nell’ipotesi che il tasso di omicidi da parte di uomini con cui le vittime avevano una relazione sia rimasto costante al 62%, com’era nel 2006, le vittime del 2010 sarebbero state 81. Poiché si parla, nei giornali, di 25 vittime nei primi quattro mesi dell’anno, nel 2013 le donne assassinate da uomini che avevano rifiutato potrebbero diventare 75: siamo di fronte a un fenomeno grosso modo stabile, non aun’emergenza mai vista prima. Anche un solo cadavere è di troppo, anche una sola vittima è “insopportabile” ma, in un Paese di 60 milioni di abitanti, ci saranno sempre i mafiosi, i violenti, i folli. E’ fondamentale che lala violenza venga punita ma creare il panico non serve a nessuno, men che meno alle donne, che a guardare i titoli dei giornali dovrebbero aspettarsi più aggressioni che carezze dai loro partner. Ogni separazione potrebbe essere il preludio a un attacco con l’acido o a un omicidio: non è così. Lo ripeto: gli omicidi di donne sono un fenomeno stabile, tendenzialmente in calo qualsiasi sia l’anno preso come riferimento: oscillano fra i 160 (1998) e i 131 (2010). Non c’è bisogno di inventare cifre balzane e di firmare appelli alla creazione di “task force” ministeriali per sapere che i colpevoli vanno arrestati, perseguiti, condannati severamente. Le leggi ci sono”