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Fiat? Il vero problema è la Cig, non la sede fuori dall’Italia

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Riccardo Ruggeri, saggista, editore ed ex top manager del gruppo Fiat, apparso sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Secondo la vulgata trasferisce la sede a Londra per non pagare le tasse: sollevazione popolare contro il “cattivo” Sergio Marchionne. Ridicolo. Anzitutto si tratta di Fiat Industrial, cioè Case-New Holland e Iveco, intesa come holding, il che significa che tutte le tasse delle varie società nazionali sono già state pagate nei rispettivi paesi ove operano. Facciamo un esempio. Tutta la produzione-commercializzazione dei veicoli costruiti in Italia pagano le tasse dovute attraverso una società italiana soggetta alle leggi italiane.

La tassazione e la holding

Se questa fa profitti post tasse gli stessi, così come quelli delle corrispondenti altre società nazionali, confluiscono nelle casse di una holding. Nel caso specifico, questa è stata da sempre ubicata in Olanda, da quando la fondammo nel lontano ’92. Ora Marchionne ha deciso di trasferire la sede della stessa da Olanda a Uk, perché fiscalmente più conveniente (a tendere, tassazione al 20%, in Italia al 35%). Se l’Italia lo desidera, e porta la nostra corporate tax, per esempio, al 15%, se fornisce zero burocrazia, efficienza giudiziaria, se cessa di ragionare sulla tassazione in termini etico-morali, può darsi che non solo Fiat Industrial ma molte altre aziende internazionali collochino in Italia la loro Holding, e qui la pagheranno.

Le tasse pagate dagli azionisti

Ricordiamolo, questi profitti sono quattrini non della cosiddetta società civile, ma dividendi dovuti a persone singole (mi pare che si chiamino ancora azionisti), che hanno investito, a rischio, i loro capitali. E non è finita, su questi dividendi, a seconda del paese in cui li faranno confluire, gli azionisti pagheranno le tasse personali ivi richieste. Come si vede una successione di banalità che non merita dibattito alcuno.

Un dibattito inutile

Trovo imbarazzante che politici importanti e sindacalisti di gran stazza (e i media che li supportano) si lancino su un tema banale come questo, trasformandolo in un problema, e quindi facendo, sul nulla, pistolotti grondanti sociologia d’accatto.

Il nodo Cig

Sono gli stessi che curiosamente non si pongono invece la vera domanda: le attività a cui assegnare la cassa integrazione in deroga (questi sì che sono quattrini della fiscalità generale, non dei lavoratori-imprenditori come le altre Cig) sono ancora “vive” o sono ormai “morte”? Servono di supporto al superamento di un problema contingente di un’azienda sana?

Ovvero sono destinati a dare, non un lavoro, ma una retribuzione a dipendenti di aziende “morte” che non hanno più prodotti, non hanno più mercato, sono tecnicamente fallite, anche se imprenditori e sindacati, per motivi diversi, fingono di non saperlo?

Sintesi di un articolo che si può leggere qui


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