La tecnologia che diventa quinto elemento della vita dell’uomo, e che dopo acqua, aria, terra e fuoco, si va perfettamente ad integrare nella quotidianità delle nostre esperienze sensoriali. Sembra un po’ filosofico, ma è lo spirito originario che si nasconde dietro l’avventura imprenditoriale di Fifth Element, start up che ha messo insieme le diverse competenze di quattro giovani ingegneri con risultati straordinari in termini di innovazione. A raccontare questa nuova entusiasmante avventura è uno di loro, Matteo Valoriani, fiorentino di origine,anche se la sede della nuova start up è fissata a Milano. “Tutto nasce da un mio colloquio, avvenuto qualche tempo fa, con un’amica che si occupava di assistenza a ragazzi autistici – esordisce Matteo -. Io, che mi occupo nell’ambito del mio dottorato di ricerca di interazione tra uomo e macchina, mi sono subito reso conto che potevano esserci delle ottime possibilità di utilizzare la tecnologia nel supportare questa attività di riabilitazione fisica”.
Nasce così il progetto di sfruttare una semplice telecamera per poter far interagire il ragazzino autistico con uno schermo e agevolarlo nell’esecuzione di tutta una serie di esercizi fisici. “E’ stato infatti appurato – continua Matteo – che i soggetti affetti da questa sindrome sviluppano un grado di concentrazione e di attenzione molto più alto quando si trovano ad interagire con strumentazioni tecnologiche”. Partendo da questo presupposto è stato studiato dunque un software che permette di mettere a punto tutta una serie di esercizi, che il ragazzo autistico svolge interagendo con uno schermo video. “Gli esercizi possono essere i più svariati – spiega Matteo -. Si può andare dalla richiesta di ripetere un certo movimento, allo spostarsi verso la parte del video che mostra un dato oggetto, a veri e propri quiz in cui la risposta esatta deve essere individuata sempre interagendo con lo schermo”. In effetti si tratta di una tecnologia difficile da spiegare in poche parole, anche perché come detto, assolutamente innovativa. Sta di fatto però che i terapisti che hanno cominciato ad utilizzarla hanno riscontrato effetti davvero molto positivi sui propri assistiti.
“Le prime sperimentazioni – dice Matteo –, che sono iniziate circa un anno fa in concomitanza con l’avvio del progetto, le abbiamo fatte con il centro Astrolabio di Firenze e con il centro Benedetta D’Intino di Milano. E tra l’altro grazie anche a queste esperienze sul campo siamo riusciti sempre più a perfezionare la nostra tecnologia”. Ora tutto è pronto per l’avvio vero e proprio dell’iniziativa commerciale, che avrà due diverse declinazioni. “Da una parte ci saranno le famiglie – spiega Matteo – alle quali noi forniremo gratuitamente la strumentazione. Si tratta in sostanza del software a cui dovranno aggiungere l’acquisto di una telecamera e di un pc, cose che spesso già tutti hanno a casa. In questo modo, non solo i genitori potranno far svolgere ai propri figli autistici gli esercizi a casa, ma grazie alla nostra piattaforma i terapisti potranno controllare in tempo reale i risultati ottenuti, e nel caso, famiglia e centro di riabilitazione potranno anche comunicare direttamente”.
La scelta di fornire gratuitamente la strumentazione alle famiglie, chiarisce Matteo, nasce dalla precisa volontà di non voler speculare su situazioni di disagio. “L’unica cosa che chiediamo alle famiglie è un abbonamento da dieci euro al mese alla nostra piattaforma per i servizi e i collegamenti che forniamo”. Diversa invece la situazione dei Centri di riabilitazione ai quali la tecnologia Fifth Element sarà venduta al costo di 500 euro. “La nostra ambizione – aggiunge Matteo – è che con il tempo la nostra piattaforma diventi una sorta di aggregatore per altre e diverse terapie riabilitative, che potranno essere usate anche per altri tipi di patologie. Stiamo pensando ad esempio fin d’ora a delle applicazioni che potranno essere utilizzate nel campo dell’oculistica”.
Un piano di sviluppo per il futuro che intanto non dimentica il presente, fatto non solo di idee e innovazione, ma anche di organizzazione aziendale. “Siamo giunti alla decisione di costituire un’impresa – annuncia Matteo – e al momento stiamo valutando la soluzione migliore. Su tappeto abbiamo la srl semplificata, ma anche l’opzione di start up innovativa, per la quale avremmo tutte le carte in regola. Vorremmo naturalmente utilizzare la forma societaria che ci permette di abbattere maggiormente i costi, e in questo senso c’è anche l’opportunità di qualificarsi come impresa a impatto sociale, che ci garantirebbe una serie di altre agevolazioni”. Nel frattempo, i quattro ragazzi di Fifth Element si godono le prime soddisfazioni, grazie ad un progetto del quale sicuramente risentiremo parlare.