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Beppe Grillo e la diaria: ecco cosa dice il codice del Movimento 5 stelle

Beppe Grillo ieri è stato a Roma, dove ha incontrato deputati e senatori del Movimento 5 Stelle.
Tra gli argomenti affrontati quello della diaria, che sta accendendo le polemiche tra i parlamentari pentastellati.
C’è chi si accontenta di quanto deciso dai vertici e chi invece vorrebbe prendere la diaria piena, senza bisogno di rendicontare le spese.

Il clima ha iniziato a scaldarsi sin dai primi mugugni emersi nella riunione a porte chiuse a Villa Valente, ma nelle scorse ore si è arroventato anche a causa di una nuova epurazione, che ha riguardato il vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, Antonio Venturino. Alla base della sua espulsione ci sarebbero ufficialmente motivi economici di rimborsi trattenuti contrariamente a quanto stabilito dal movimento.

Chi ieri tra i parlamentari si aspettava da Beppe Grillo maggiore comprensione per l’alto costo della vita romano sarà stato deluso: dal comico è arrivata una netta chiusura a qualsiasi ripensamento.
Se avete firmato qualcosa, dovete rispettarlo”, ha detto, aggiungendo un poco diplomatico: “Fanculo i soldi!“.

Il riferimento è al codice di autoregolamentazione accettato da ogni candidato grillino prima della candidatura.

Ecco cosa dicono di preciso le regole del Movimento 5 Stelle.

TUTTI I NUMERI DEI RIMBORSI A 5 STELLE
I parlamentari penta stellati hanno diritto da regolamento interno a un’indennità di circa 5mila euro lordi mensili (circa la metà di quella degli altri parlamentari) e sono tenuti a restituire l’assegno di fine mandato, una sorta di buonuscita.

Per quanto concerne la diaria, questa copre il rimborso delle spese a Roma, il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, una somma forfettaria annua per le spese telefoniche.

Nel caso di un senatore, che gode della retribuzione più alta, si parla di 3500 euro di diaria, 1650 euro per i rimborsi di viaggio e telefono e 4180 euro al mese per collaboratori e altre spese di esercizio del mandato.

I grillini, da codice, dovrebbero rinunciare alle indennità aggiuntive che spetterebbero al vicepresidente della Camera e ai segretari, al questore e ai vicepresidenti e segretari di commissione.

ANCHE NOI “TENIAMO FAMIGLIA”
Uno sfogo è arrivato dal deputato pugliese Alessandro Furnari, che invoca la fiducia del leader. “Ovvio che anche noi teniamo famiglia“, ha detto nel corso di interviste alla Stampa e a Repubblica. Ma “siamo Cinque stelle doc, ci impegniamo da anni nel Movimento. Sarebbe assurdo, per un equivoco, fare finire qualcuno nel gruppo misto. Mi pare che sia giusto fidarsi di noi. Nessuno vuole barare“.
Le dichiarazioni di Furnari riassumono il sentimento dei parlamentari pentastellati, che chiedono maggiore ascolto delle loro esigenze.
Il regolamento che abbiamo firmato – aggiunge – non impone affatto di restituire il denaro non rendicontato“.
Furnari non ha ancora deciso se restituire i soldi della diaria non rendicontati, “vedremo“, dice. E c’è “qualche decina” di parlamentari a pensarla come lui.
Se non verso quello che non spendo – chiosa – verranno a chiedermi perché. E racconterò la mia situazione.
Anche se non è bello dover parlare del proprio privato, e credo non sia neanche giusto“.

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