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Ancora 20 anni di guerra contro il terrorismo?

La guerra contro il terrorismo potrebbe durare ancora dieci, forse addirittura vent’anni. L’ipotesi è stata avanzata durante un’audizione al comitato per i servizi armati del Senato dal assistente segretario alla Difesa con delega alle operazioni speciali, Michael Sheehan.

Non l’unico punto controverso del discorso del funzionario a capo della guerra assimetrica. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, potranno colpire i terroristi ovunque nel mondo, da Boston alle aree tribali del Pakistan, in accordo con le leggi varate dopo l’11 settembre 2001. Misure che hanno dimostrato la loro efficacia ha continuato nel parlare contro ipotetiche revisioni. Nella visione del funzionario, tali norme autorizzano l’uso di bombardamenti con i droni contro militanti e terroristi in Paesi come lo Yemen e Pakistan, che non ebbero alcun collegamento con l’11 settembre, e in futuro anche in altre nazioni, su tutte Mali e Siria.

Dichiarazioni che hanno provocato la levata di scudi tanto di settori democratici, quanto dell’opposizione repubblicana e delle associazioni per i diritti civili. Il tema è ormai entrato nel dibattito politico statunitense. All’inizio dell’anno ebbe grande rilevanza l’ostruzionismo del senatore repubblicano Rand Paul alla nomina a capo della Cia di John Brennan, uno degli architetti dell’uso degli omicidi mirati e degli aerei pilotati in remoto nelle campagne anti-terrorismo. Paul tenne un discorso di 13 ore il cui nodo principale fu capire se il presidente poteva autorizzare l’uso dei droni contro cittadini statunitensi in territorio americano. Il nocciolo della questione è capire se le leggi diano di fatto carta bianca al capo di Stato. Le norme volute da George W. Bush che resero possibile l’intervento in Afghanistan con l’obiettivo di colpire al Qaida autorizzano il comandante in capo ad attaccare “nazioni, organizzazioni e persone” legate all’attentato contro le Torri Gemelle. Il nodo attorno alle frasi di Shennan è la convinzione che quelle norme possano essere usate anche contro le “forze associate” ad al Qaida, termine assente dal testo della legge e che per i deputati rischia di mettere in disparte il Congresso quando si tratta di decidere sui conflitti.

Appena due mesi fa, ha ricordato il blog Danger Room, un funzionario dell’intelligence statunitense aveva parlato di un al Qaida in disarmo. Un anno fa era stato invece Brennan a definire che si poteva guardare a un mondo in cui la questione della rete terroristica fondata da Osama bin Laden aveva perso di rilevanza. Dichiarazioni i contraddizione con le previsioni di Sheehan.

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