Il dipartimento della Difesa ha stanziato 16 milioni di dollari per la ricerca sui biocarburanti per rifornire aerei e cacciatorpedinieri entro il 2016.
I contratti, scrive l’agenzia finanziaria Bloomberg sono in linea con gli sforzi dell’amministrazione di Barack Obama per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
A beneficiare dell’assegno del Pentagono saranno tre società, la Emerald Biofuels, la Nature Bio Reserve e la Fulcrum Brigton Biofuels che a loro volta metteranno 17 milioni nella ricerca a spiegato Sharon Burke, vicesegretario alla Difesa con delega all’energia. Le tre società dovranno sviluppare impianti capaci di fornire almeno 150 milioni di galloni, ossia 568 milioni di litri, di biocarburante al prezzo di 4 dollari il gallone.
“La sicurezza nazionale beneficerà della diversificazione”, ha detto Burke. La dipendenza della difesa dal petrolio, e quindi da alcuni Paesi produttori, è uno dei punti deboli della forza militare, ha scritto Andrew Holland sul Christian Science Monitor. Anche per questo si è cercato di far passare indenne dai tagli alla Difesa la ricerca su forme alternative di carburante.
Un obiettivo che ha trovato una sponda anche in settori del movimento ambientalista, nel momento in cui la ricerca si concentra su fonti che non abbiano ripercussioni sull’industria alimentare, come per esempio le alghe o gli oli prodotti da scarti.
L’appetito occidentale per i bioarburanti e il conseguente accaparramento di terre e uso dei raccolti per la loro produzione ha infatti avuto ripercussioni negati sui prezzi dei generi alimentari.