Con queste parole esordisce il Presidente della Commissione Giustizia al Senato Nitto Palma. Ebbene, io vorrei sostenere una prospettiva differente. Nell’eventualità che il giudice emetta una sentenza ai danni di Silvio Berlusconi, significa che le prove presentate dall’accusa erano valide e fondate, come spiegato nella requisitoria da Ilda Boccassini, e quindi sarebbe stata applicata la giustizia uguale per tutti. Quello che dovrebbe stupire è la reazione di una parte del Parlamento contro un altro potere dello Stato.
In nessun Paese democratico occidentale un uomo politico avrebbe potuto per 20 anni governare a suo uso e consumo, malgrado i pendenti penali. E in nessun Paese democratico occidentale una parte del parlamento avrebbe manifestato con tanta violenza contro la magistratura.
Un leader Politico non può nascondersi dietro le immunità per sfuggire alla legge. Urge una legge elettorale nuova che restituisca ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti e non che un leader possa selezionare i propri vassalli per poter usare lo Stato come uno strumento privato di tutela dei propri interessi.
Questo Paese è alla degenerazione della democrazia, dove i giudici sono giudicati da pentiti e condannati, dove i poteri dello Stato si fanno la guerra anziché cooperare per il bene della Nazione, dove il Presidente della Repubblica tace e dove i cittadini non contano davvero niente: né nella scelta dei propri rappresentanti, né nelle decisioni politiche. Mentre le persone soffrono una condizione drammatica, il Parlamento rischia di bloccarsi come accaduto per anni e anni attorno ai problemi giudiziari di uno dei suoi componenti: tutto questo è intollerabile.
Le prove e le testimonianze sono depositate, chi vuole criticare la decisione del giudice li può fare nell’ambito della giustizia, con gli strumenti previsti dalla legge e non con campagne denigratorie ed eversive. I processi di Silvio Berlusconi sono un problema di Silvio Berlusconi, non del Paralemento e non del Governo. Questi due organi istituzionali hanno obblighi nei confronti dei cittadini non di Silvio Berlusconi.
Quando leggo o sento dire che “è tutta una montatura” e che la Boccasini agisce per “odio” mi chiedo: ma questa gente ha capito come funziona la giustizia in un Paese democratico? Si nasconde il vero problema, accusando addirittura la Boccassini di “razzismo” per aver usato un riferimento alla “furbizia orientale”, decontestualizzando il tutto (poi, che sia Daniela Santanché a parlare di “razzismo” lascia un po’ pensare). Meccanismi furbetti per depistare l’attenzione: si vuole trasformare il cattivo in buono e il buono in carnefice, dimenticando tutto quello che è accaduto prima di arrivare a questo processo.
La verità giuridica si basa su fatti e prove e non sul “io penso che”. Chi sostiene che il processo è una montatura, lo dimostri. Si offrano come testimoni, portino prove o informazioni utili a confutare l’impianto accusatorio, e se non hanno niente in mano, allora ci facciano il piacere di rimanere in silenzio.