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Le trame di Bisignani e il “muro di gomma” sui tanti misteri italiani.

Inquietanti le trame di Bisignani, di cui Gigi ha parlato, in un libro-intervista a Paolo Madron, ignorato o nascosto dai grandi giornali.

Ma l’Italia dei misteri non nasce con l’ex redattore dell’ANSA. Spuntò 60 anni fa, quando il ministro degli Interni era un siciliano di Caltagirone, Mario Scelba, dc ovviamente. La vorace “Balena bianca” non ha mollato la poltronissima fin quando è rimasta in vita. Sulla morte del bandito Salvatore Giuliano e di Pisciotta, indicato come il suo assassino, non abbiamo mai saputo la verità. Da allora, continua a incombere, pesantemente, un’ombra inquietante sui rapporti, mai chiariti, tra le forze dello Stato democratico e quelle dell’anti-Stato, che fanno capo ai grandi centri eversivi e mafiosi.

Aldo Moro protesse l’ex capo del SID, Miceli, il quale, a sua volta, proteggeva l’eversione di destra. Perchè, prima di morire, Andreotti, dopo una vita trascorsa al governo, non ha  detto al Paese tutta la verità sulla guerra dei dossier, delle carte svelate, dei memoriali sul sequesto Moro, dei ricatti, impliciti o espliciti ?

Sui misteri d’Italia non c’è mai stata non solo la verità, ma neppure un’inchiesta seria. Il motivo è semplice e, nel contempo, terribile : se ci fosse stata, sarebbero, certamente, emerse responsabilità politiche, dei governi e dei ministri, come quelle su cui stanno cercando, a Palermo, di far chiarezza, e di definirne i reati, i titolari del  processone sulle trattative tra Stato e Cosa Nostra.

Cossiga, già Capo dello Stato, ma prima sottosegretario, con delega ai servizi di sicurezza- oggi affidata da Letta al  dalemiano calabrese Minniti- ministro dell’Interno all’epoca del delitto Moro, ha sempre parlato e straparlato di tutto. Ma perchè non ha mai fornito un serio contributo, per diradare i misteri sulle stragi, sul terrorismo e sui complotti ? Ricordate il filmone di Andrea Purgatori, “Il muro di gomma”, sui depistaggi su Ustica ?

Bisignani telefonava e scambiava sms con il direttore del “Corriere della Sera”, la cui frequentazione con il maneggione romano non ne fa, ovviamente, un malfattore. Ma, molti decenni fa, perchè  il principe Caracciolo e don Eugenio Scalfari affidarono la rubrica enogastronomica de “L’Espresso” a Umberto Federico d’Amato, titolare dell’ufficio “Affari Riservati” del Viminale, personaggio inquietante, nemico del leader socialista Mancini e al centro di indagini, per i rapporti con gruppi fascistoni e  dell’estrema sinistra, nel periodo, tragico, della strategia della tensione ?

Disse, nei primi anni 90, Ettore Gallo, Presidente della Corte Costituzionale :” I mali, che affliggono l’Italia, non dipendono dalla Costituzione del 48, ma dagli intrighi di potere, dai tentativi golpisti, dallo stragismo impunito, dalle associazioni criminali, coperte da oscure complicità, dalla corruzione dilagante, dallo spreco selvaggio e dall’appropriazione delle istituzioni, da parte degli apparati di alcuni partiti”. Una denuncia attuale.

Sulla bonifica degli apparati dello Stato, sulla scoperta dei “burattinai invisibili” e sulla profonda riforma dei servizi di sicurezza perchè un movimento nuovo, come il M5S, non si impegna, seriamente, in Parlamento ?

Pietro Mancini


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