Grazie all’autorizzazione dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi del gruppo Class Editori.
Il recente, imprevisto e clamoroso successo, alle elezioni locali in Gran Bretagna (che interessavano circa il 40% dell’elettorato nazionale) del partito Ukip, guidato da Nigel Farage, ha non solo cambiato la geografia politica d’Oltremanica, ma ha anche complicato il futuro dell’Europa unita.
L’Ukip infatti ha preso il 26% dei voti. Essi inoltre sono in aumento del 12% rispetto a quelli raccolti nel 2009. Siccome le elezioni europee si terranno l’anno prossimo e quelle politiche in Gran Bretagna si svolgeranno nel 2015, questo tzunami avrà modo di riesprimersi a breve distanza.
C’è chi, in Italia, ha subito parlato di un M5S inglese. Nulla di più sbagliato. I grillini tricolori infatti vogliono una sola cosa: abbattere l’establishment politico esistente ma non si sa esattamente per che cosa fare dopo. L’Ukip anglosassone invece sa esattamente che cosa vuole: uscire dal processo sovranazionale europeo, che esso vive come una camicia di forza che per di più, come spesso dice Farage, strozza la democrazia, sostituendo, ai rappresentanti del popolo che la gente ha votato, dei superburocrati potentissimi che, non essendo stati eletti da nessuno, non rispondono a nessuno.