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I nodi economici del Pakistan secondo Sace

Nawaz Sharif è il nuovo premier del Pakistan. Già primo ministro dal 1990 al 1993 e dal 1997 al 1999, Sharif ha vinto con il suo partito, la Lega Musulmana pakistana Nawaz, le elezioni sabato scorso ma non ha ottenuto la maggioranza. Dovrà per forza formare una coalizione per potere governare.

Queste elezioni in Pakistan sono molto importanti perché è la prima volta che si sceglie un governo senza l’intervento dei militari. Il processo di transizione è stato molto difficile e violento con attentati terroristici e un clima di permanente tensione.

Il grande sconfitto in questo processo elettorale è stato il Partito del popolo pakistano (Ppp), che ha perso consenso dopo numerose accuse di corruzione e la crisi economica ed energetica che colpisce il paese.

Ma ha vinto la voglia di democrazia: nonostante le minacce degli estremisti, anche lo stesso giorno delle elezioni, in Pakistan si è registrata un’elevata affluenza: circa il 60% degli elettori è andato a votare.

I problemi di primo ordine

Lo stato economico, politico e sociale del Pakistan ha portato a Moody’s ad effettuare downgrade del Paese a Caa1 oulook negativo a luglio del 2012. In un rapporto sul Pakistan di Sace, sono stati elencati i problemi strutturali che dovrà affrontare il nuovo governo pakistano.

In primo luogo c’è il peggioramento della bilancia dei pagamenti e dalla riduzione delle riserve internazionali. “A maggio 2013 queste sono pari a 6,8 mld $, utili alla copertura di meno di 2 mesi di importazioni”, ha indicato Sace.

Di seguito, è necessario affrontare la questione del debito estero, pari a circa il 30% del PIL: “è per gran arte a lungo termine, ma la dinamica dei rimborsi previsti nel prossimo biennio, pone dubbi sull’effettiva capacità di ripagamento da parte del Paese”, si legge nel focus.

Il deficit energetico

Sharif aveva dichiarato in campagna elettorale che avrebbe risolto il problema energetico entro la fine dei primi due anni di governo. Ma ci riuscirà? “La popolazione pakistana e le aziende sono costrette a far fronte quotidianamente a frequenti interruzioni di energia elettrica; la National Assembly Standing Committee on Water and Power ha stimato che il gap tra domanda e offerta giornaliera di energia elettrica ha raggiunto i 4,6 GW. Tale carenza deriva da due fattori, il primo di natura tecnica, il secondo di natura finanziaria”, ha spiegato Sace.

La produzione di energia è inferiore al consumo domestico a causa dell’inefficienza degli impianti esistenti. Ma il problema nasce dalle perdite che si verificano lungo la rete distributiva: circa il 20% dell’energia prodotta viene dispersa lungo la rete a causa di guasti o furti.

Il Pakistan ha le materie energetiche naturali, ma la carenza di risorse finanziarie e la mancanza di investimenti dall’estero hanno ostacolato l’indipendenza energetica. E per questo deve guardare l’Iran come fornitore principale di energia.

I rapporti commerciali con l’Italia

Il Pakistan ha un valore strategico per l’Italia per gli scambio commerciali. Negli ultimi anni gli accordi bilaterali hanno superato il miliardo di euro. “Nel 2012, le esportazioni italiane in Pakistan sono aumentate del 25%, mentre le importazioni hanno registrato un calo del 26%”, ha indicato Sace. L’export italiano verso il Pakistan è principalmente di metallurgia e prodotti in metallo e meccanica strumentale, mentre ben il 76% delle esportazioni pakistane verso l’Italia è costituito da prodotti tessili.



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