Skip to main content

Quando Andreotti sconfisse la Thatcher. Il ricordo di De Michelis

Un uomo caparbio e concreto, che seppe dare lustro all’immagine dell’Italia. Così Gianni De Michelis, socialista e ministro degli Esteri in uno dei governi presieduto dallo statista Dc, ricorda la figura dello scomparso Giulio Andreotti in una conversazione con Formiche.net.

La nostra collaborazione – ricorda De Michelis – è avvenuta in un periodo difficile e affascinante, perché si è intersecato con la fine della Guerra Fredda. Io ero appena diventato ministro degli Esteri nel 1989 e dovetti fronteggiare con Andreotti, allora presidente del Consiglio, questo cambio epocale. Il mondo non sarebbe stato più lo stesso e l’Italia recitava un ruolo da protagonista nella ricerca dei nuovi equilibri che avrebbero dato vita all’Unione europea così come la conosciamo oggi”.

QUANDO SCONFISSE LA THATCHER
Nel 1990, durante il turno di presidenza del Consiglio europeo affidata all’Italia, accadde qualcosa che cambiò l’Europa. “Si gettavano in un documento le basi della moneta unica. Margareth Thatcher – ricorda De Michelis – era assolutamente ostile all’idea e arrivò a Roma con la convinzione che fosse la linea britannica a prevalere. Invece furono tutti d’accordo, escludendola di fatto dalla scelta. I britannici come noto non aderirono all’euro, ma la Thatcher – che chiese fosse messa a verbale la propria contrarietà all’operazione – non perdonò mai a me e ad Andreotti di aver negoziato con Helmut Kohl, costringendola a tornare in patria da sconfitta”.

×

Iscriviti alla newsletter