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Rcs, tra Della Valle e Rotelli idillio svanito

Primo ostacolo superato. L’aumento di capitale ci sarà. L’ago della bilancia? L’imprenditore Giuseppe Rotelli. Le banche finanziatrici di Rcs hanno infatti dato l’ok alla revisione degli accordi sul debito del gruppo editoriale in vista dell’assemblea cruciale di giovedì, quando dovrà varare l’aumento da 400 milioni di euro. Diego Della Valle continuerà a fare il grillino del gruppo, criticandone la gestione, così come aveva invocato la rottamazione del banchiere Giovanni Bazoli in casa Intesa? Il patron di Tod’s lo promette evocando inedite iniziative giudiziarie.

L’ok di Rotelli e Pesenti

Ma se aumento di capitale di Rcs ci sarà, dipenderà dal fatto che da Giuseppe Rotelli (16,6% dei diritti di voto) e dalla famiglia Pesenti (7,49%), i due maggiori soci sui quali circolava incertezza, sarebbe arrivata la rassicurazione che non ostacoleranno l’operazione. Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore spiega che “ancora non è chiaro in che modo si concretizzerà questo impegno, ma di certo i due azionisti non voteranno contro l’aumento di capitale in assemblea e quindi la ricapitalizzazione passerà ai punti”. Giuseppe Rotelli, comunque, non ha ancora preso alcuna decisione in merito all’aumento di capitale di Rcs, sia per quanto riguarda l’eventuale sottoscrizione sia riguardo il suo voto all’assemblea di giovedì. Lo precisano fonti vicino all’imprenditore della sanità dopo indiscrezioni di stampa odierne secondo cui Rotelli, il primo socio singolo di Rcs, non si opporrà all’operazione in assemblea: “Nessuna decisione è stata presa in merito all’aumento di capitale di Rcs“, viene spiegato.

I passi di Della Valle

“Dubbi sull’operazione non dovrebbero quindi più essercene – ha scritto Olivieri del Sole – anche se Diego Della Valle sarebbe pronto a promuovere un’azione di responsabilità per tutelare la sua posizione a fronte di un aumento, a forte sconto, che avrà l’effetto di polverizzare le quote azionarie di chi deciderà di non sottoscrivere”. Della Valle, fuori dal patto e con una quota in Rcs dell’8,7%, resta l’osso duro del gruppo. Deludendo forse chi sperava che l’accoppiata del patron di Tod’s con Rotelli sarebbe stata quella vincente e in grado di portare nuova aria in casa Rcs. I due imprenditori, più che un asse, sono diventati nel corso del tempo due baricentri ben definiti, che guardano a due modelli di business differenti.

I dettagli dell’accordo

I punti salienti del nuovo accordo che oggi sarà formalizzato anche tra banche e Rcs (il gruppo lo ratificherà in una riunione del cda già in calendario per domani) sono il frutto di un’opera di mediazione tra le richieste di Rcs e le posizioni di partenza delle banche. “L’accordo sarebbe stato trovato su queste basi: lo spread medio sul tasso di riferimento dovrebbe scendere a 470 punti base dai 610 ipotizzati inizialmente; la prima rata da rimborsare subito dopo la ricapitalizzazione scenderebbe da 225 a 150 milioni; la soglia minima di effettiva sottoscrizione dell’aumento accettabile dalle banche per l’erogazione del prestito calerebbe da 400 a 380 milioni. Si attende il completamento della procedura autorizzativa da parte di alcune delle banche, ma l’ok è atteso da tutto il pool”.

Rinviata la nomina del presidente e il cda con 9 consiglieri

ll patto Rcs riunitosi ieri ”ha deciso di rinviare ad una delle prossime riunioni la nomina del nuovo presidente della direzione”. All’unanimità i soci hanno deliberato di proporre all’assemblea del 30 maggio la riduzione a 9 dei componenti del Cda, con la conferma poi di Laura Mengoni cooptata nel corso dell’esercizio. La direzione del sindacato ”ha valutato positivamente le modifiche statutarie proposte dal consiglio di amministrazione alla prossima assemblea”. Laura Mengoni era stata cooptata nel consiglio Rcs in sostituzione di Umberto Ambrosoli. Non verranno invece sostituiti dopo le dimissioni dal Cda Giuseppe Vita, Paolo Merloni e Andrea Bonomi.


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