C’era una volta la sostenibilità ambientale. Ma come poter guardare alle prossime generazioni senza avere la capacità di sopravvivere, adattandosi, a particolari shock senza snaturarsi? Il quesito è fondamentale per la società civile, per gli Stati, ma anche per i big mondiali. Obiettivo del colosso anglo-olandese Shell è proprio la dimostrazione che anche una multinazionale energetica può condurre le sue attività cercando una via che si basi sull’efficienza e sul risparmio, in una visione che privilegi il lungo termine.
La resilienza
Fino ad oggi il concetto chiave per il settore energetico era quello della sostenibilità, l’equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie. E causa, ma anche conseguenza, della sostenibilità è la resilienza, la capacità di resistere a shock alterandosi ma al tempo stesso mantenendo la propria identità. Ma come trasformare un gruppo, rinnovandolo, mantenendo le sue caratteristiche chiave? Grazie alla collaborazione.
La collaborazione secondo Voser
“Se aspettiamo che ognuno faccia il primo passo non si muoverà mai nessuno”, ha spiegato al Powering Progress Together Forum tenutosi a Rotterdam Peter Voser, l’ad di Shell che ha annunciato recentemente di lasciare il suo incarico dal primo semestre del 2014. “La collaborazione tra diverse industrie e settori è davvero complicata, specialmente durante una fase di crisi economica. Ma è possibile operare guardando al futuro”. Senza dimenticare coinvolgendo le comunità locali.
I progetti di Shell
“Stiamo lavorando, ad esempio, ad un progetto per l’urbanizzazione della Cina, in modo che abbia una strategia per il lungo termine. E ad un altro che riguarda non solo il risparmio ma anche l’efficienza dell’acqua, sviluppando delle metodologie che permettano di misurare la quantità necessaria per lo sviluppo di ogni tipo d’energia. E’ business, certo, ma che guarda al lungo termine, e che quindi possiede degli elementi di resilience”.
Climate change e sicurezza alimentare
Ed il tempo è sempre più prezioso. “Il 75% dei terreni attualmente irrigati nel Sud est asiatico potrebbero essere in allarme allagamento dalle 2 alle 8 volte in più entro il 2025”, ha dichiarato Andrew Steer, presidente e ad del World Resources Institute. E il surriscaldamento del pianeta, insieme allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare, comporterebbe quindi anche un serio rischio per l’approvvigionamento alimentare.
L’importanza della collaborazione
La checklist per la collaborazione perfetta? Secondo Jeremy Oppenheim, Leader of Sustainability and Resource Productivity Practice di McKinsey, i punti a cui fare attenzione sono la chiarezza dell’obiettivo, la scelta accurata dei partner e dei modelli operativi, una buona tabella di marcia e governante determinata.
Il ruolo della politica
Ma esiste un business model per la sostenibilità nel lungo termine? La risposta dell’ad Voser è negativa, un modello unico semplicemente non c’è. E, peggio, quello che fanno le imprese in questo senso viene spesso sottostimato secondo il manager di Shell. La collaborazione, insomma, “non sta funzionando come dovrebbe. Cosa fare? Bisognerebbe trovare soluzioni più efficienti, ed estendere a più imprese la proposta di lavorare insieme per il pianeta. E la politica deve cooperare con il mondo produttivo”.