Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Perché la Siria è rimasta senza internet

Ieri sera alle dieci ora locale, la Siria è sparita da internet. L’interruzione della rete nel Paese sconvolto da due anni di guerra civile è stata rilevata da Google e da altre compagnie che monitorano il traffico online. Era già successo a novembre e i due eventi sono compatibili ha detto Jim Cowie, della società statunitense Renesys, citato da Al-Jazeera, nel sottolineare come nei Paesi confinanti non ci siano stati problemi.

Come spiegato anche dall’Umbrella Security Labs le interruzioni riguardano i due server dentro la Siria, mentre sono ancora raggiungibili quelli fuori.

Sei mesi fa il blackout durò due giorni. Allora il governo di Bashar al Assad accusò presunti terroristi di aver tagliato i cavi sotterranei e di aver causato la disconnessione del Paese. Una ricostruzione improbabile scrive oggi l’Atlantic Wired. Al momento l’esecutivo che i ribelli cercano di deporre non ha dato spiegazioni. L’interruzione è ancora senza una motivazione e così rischia di essere finché qualcuno non rivendicherà le proprie responsabilità. In rete si ipotizza possa essere un tentativo di tagliare la Siria fuori dalle comunicazioni globali mentre qualche operazione militare è in atto o di tagliare i contatti tra i ribelli stessi, come già accaduto in passato anche con le linee telefoniche.

Lo stratagemma visto lo scorso novembre fu usato anche dai regimi di Hosni Mubarak in Egitto e Muammar Gheddafi in Libia per fermare le rivolte che li avrebbero detronizzati, e nel caso del colonnello ucciso.

“I dettagli della situazione in Siria sono ancora sconosciuti, siamo comunque preoccupati per il rischio che questo oscuramento sia un tentativo deliberato di mettere a tacere le comunicazioni online e porre un’ulteriore cortina su ciò che accade sul terreno”, si legge in una nota della Electronic Frontier Foundation, che ricorda come anche nelle fasi più acute di un conflitto che ha già fatto almeno 70mila morti internet sia rimasto disponibile, sebbene censurato e monitorato ed è servito come finestra per connettere il mondo con la Siria.

Certo anche con l’oscuramento i siriani possono sfruttare connessioni satellitari e al confine le reti 3G dei Paesi come Turchia e Giordania che sostengono le forze ribelli, cui non disdegnano di fornire anche armi. O come durante le Primavere arabe attraverso il servizio Speak2Tweet di Google che permette di registrare un messaggio vocale che è poi riportato su Twitter.

×

Iscriviti alla newsletter