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Con il Tap l’Italia si candida ad hub energetico

Diversificazione degli approvvigionamenti, sicurezza energetica e benefici economici: sono questi i principali vantaggi che porterà all’Europa, all’Italia e alla Puglia il Trans Adriatic Pipeline (Tap), uno dei più importanti progetti infrastrutturali nel settore gas.

Il gasdotto è funzionale alla realizzazione del Corridoio Sud del gas, per lo sfruttamento delle risorse del Mar Caspio in Azerbaijan, in concorrenza con il progetto Nabucco West. Il progetto Tap prevede la costruzione di un metanodotto che trasporterà gas naturale dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan. Partendo dalla frontiera greco-turca, attraverserà Grecia, Albania e Mare Adriatico, per riemergere sulla terraferma in Puglia, dopo un percorso di circa 870 chilometri.

Il progetto

Il gasdotto avrà una capacità annua pari a 10 miliardi di metri cubi di gas, un quantitativo utile a soddisfare il fabbisogno energetico di 7 milioni di famiglie nell’Europa sud orientale ed occidentale. In questo ambizioso progetto Tap si avvale della competenza e dell’esperienza nel settore energia dei propri azionisti: la svizzera Axpo, che detiene una quota del 42.5%, la norvegese Statoil, azionista anch’essa al 42.5% e la tedesca E.On che detiene il 15%. Statoil, presente in Tap dal 2008, è inoltre azionista anche del Consorzio di Shah Deniz II. Gli azionisti di Tap sono inoltre tra i maggiori specialisti al mondo di progetti di gasdotto con oltre 20000 km di condotte posate nel mondo tra onshore ed offshore.

TAP è un progetto di gasdotto funzionale alla partenza del cosiddetto “Corridoio Sud” per l’apertura di una nuova “via del gas” verso l’Europa. Grazie a Tap si potrà sfruttare l’ingente quantitativo di riserve dell’area caspica, superiore a 9 trilioni di metri cubi, e fornire gas, attraverso gasdotti esistenti e pianificati, all’Italia e all’Europa alimentando anche i mercati di Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. Inoltre, il percorso di Tap è stato studiato per essere funzionale anche alla fornitura di gas ai paesi dell’area balcanica.

Il ruolo dell’Italia

In questo quadro, l’Italia ricoprirebbe un ruolo di primo piano. La sua posizione geografica le permetterebbe, infatti, di essere un hub energetico e la realizzazione di Tap rappresenterebbe una delle possibilità per raggiungere questo obiettivo. Il Governo italiano ha fortemente sostenuto il progetto Tap e ne ha evidenziato il ruolo peculiare anche nella Sen. Con riferimento poi ai più recenti sviluppi il governo Letta, a meno di un mese dal suo insediamento, ha approvato il disegno di legge per la ratifica parlamentare dell’Accordo intergovernativo firmato lo scorso 13 febbraio ad Atene tra Grecia, Albania ed Italia. Anche il governo Monti aveva avviato la fase di ratifica ma la crisi politica e la fine della legislatura avevano fermato questo processo. Ora, l’adozione del disegno di legge da parte dell’esecutivo Letta rappresenta per Tap la conferma e la continuità del sostegno italiano al progetto. Ci auguriamo anche una rapida e positiva conclusione della fase parlamentare di ratifica e attendiamo con fiducia, data la qualità del progetto che presentiamo, la decisione del Consorzio di Shah Deniz, che entro la fine di giugno deciderà quale gasdotto, tra Tap e Nabucco, sarà chiamato a trasportare il gas proveniente dal giacimento azero.

I benefici economici

Per quanto riguarda l’Italia, i benefici economici derivanti dalla realizzazione di Tap sono particolarmente rilevanti per la regione Puglia, dove il gasdotto si connetterà alla rete nazionale, dopo l’attraversamento del Mare Adriatico e l’approdo nella provincia di Lecce. In particolare, secondo le stime elaborate da Nomisma Energia, Tap contribuirà direttamente al PIL della regione Puglia per circa € 80 milioni anno, durante il quadriennio di costruzione (2015 – 2018). In termini occupazionali, l’effetto diretto per lo stesso periodo ammonta a 150 posti di lavoro (part-time e full-time) per anno. Considerando gli ulteriori effetti indiretti ed indotti, l’impatto economico del progetto arriva a € 290 milioni e 2.170 posti di lavoro l’anno complessivamente.
Nel contempo, durante i 50 anni di fase operativa, il gasdotto genererà i seguenti effetti:
• effetti diretti sul PIL regionale pari a € 180 milioni (poco meno di € 4 milioni di euro all’anno)
• effetti indiretti ed indotti durante la fase di funzionamento, per un contributo totale stimato di € 380 milioni (€ 8 milioni di euro l’anno) al PIL regionale che a sua volta genererà un impatto occupazionale pari in media a 220 posti di lavoro all’anno.

Giampaolo Russo

Country Manager TAP Italia

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