Il primo passo c’è stato. E anche quello più importante. Il cda di Telecom, dopo due rinvii, ha approvato il progetto di societarizzazione della Rete, una prospettiva che aveva sollevato le perplessità del mondo politico per la strategicità di questo asset, nel caso fosse finita in mani straniere. Non solo. Il gruppo guidato da Franco Bernabè ”ha ribadito il mandato al management affinché proseguano i contatti in corso con la Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale suo ingresso nel capitale della società della rete di accesso’‘. Una decisione che spalanca le porte al deal con la società Hutchinson Whampoa del magnate cinese Li Ka Shing.
Il ruolo di Cdp
“Cassa Depositi Prestiti è disponibile, tramite Fsi, a valutare un investimento in una società della rete di Telecom Italia finalizzato al finanziamento di interventi di ammodernamento necessari all’infrastruttura digitale”, ha dichiarato il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Sabrina De Camillis. Secondo quanto riferito da De Camillis, in questo quadro, eventuali sinergie con Metroweb permetterebbero di ottimizzare gli investimenti del settore, minimizzare le sovrapposizioni possibili nella costruzione di più reti nella stessa città, promuovere una tempistica accelerata e ridurre i costi della costruzione dell’infrastruttura. Al fine di permettere a Cdp di valutare concretamente un possibile investimento in questa società di nuova costituzione facente capo a Telecom Italia, sempre secondo quanto riferito da De Camillis, sarebbe propedeutica una societarizzazione degli asset infrastrutturali da parte della stessa Telecom Italia.