Fino a oggi l’unica speranza era quella di piazzare i titoli di Stato italiani sui mercati senza farsi strozzare dai tassi. La relativa tranquillità dei mercati fa ora tirare un sospiro di sollievo al Tesoro, ma solo uno. La finanza è infatti appagata dalle misure decise dalla Bce di Mario Draghi. Ma, ci chiede, fino a quando resterà la calma piatta? E con rendimenti sempre in calo, e non perché i fondamenti dell’economia italiana siano migliorati, è possibile che gli investitori cerchino altre spiagge al sole su cui sdraiarsi?
I rendimenti
Il Tesoro ha collocato per intero i 3,5 miliardi di euro di Btp triennali con un tasso in calo sotto il 2%, all’1,92% dal 2,29% dell’asta di aprile. La domanda ha raggiunto i 4,675 miliardi di euro. E si è proceduto anche alla vendita del nuovo CctEu (1 novembre 2018) per 3 miliardi di euro, il massimo stabilito, con rendimento medio al 2,44%. La domanda ha toccato i 4,58 miliardi.
Lo spread
Lo spread tra Btp e Bund è poco mosso con oscillazioni sui 260 punti base e il rendimento del Btp a 10 anni al 3,96%. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania è a 289 punti base con il tasso dei Bonos al 4,25%.
Rendimenti troppo bassi per gli investitori?
Nel complesso, secondo il Sole 24 Ore, “il Tesoro ha raccolto l’intero ammontare previsto (8 miliardi). Ma la domanda degli investitori è stata inferiore nel confronto con le precedenti aste“. Secondo gli esperti di Ig markets “man mano che i rendimenti scendono sempre meno investitori sono disposti ad assumersi il rischio di investire sul debito italiano. Arriveremo a un punto in cui gli investitori non saranno disposti più a comprare Italia al di sotto di determinate soglie di rendimento e lì avremo forse la reale percezione di rischio sul nostro Paese”.
Le misure per la crescita
Secondo Vincenzo Longo, market strategist di Ig, “servono ora misure per la crescita che possano riportare forte appeal sull’Italia e far riprendere il percorso di discesa dei rendimenti“.
La propensione al rischio degli investitori
Insomma, le piazze sonnecchiano ancora, sazie delle scorpacciate che rischiavano di svenare il Tesoro. Ma ora, non tanto l’azione dei governi ma quella dell’Eurotower rischiano di avere un effetto imprevisto. Quello di allontanare gli investitori nel momento in cui la calma e l’odore di buoni guadagni spinge su titoli generalmente forse non tanto più rischiosi quanto più remunerativi. Essere buoni paga, certo, a patto che ci sia sempre qualcuno a volerci.