Meno di 90 ettari vitati nella piana di Alghero. Un vitigno portato dai catalani qualche secolo fa ed, un tempo, indicato come Vitis iberica e con i nomi dialettali di uva catalana oTurbat. Oggi è coltivato solo nelle Terre Bianche, solo lì nel nord ovest della Sardegna non in altra parte d’ Italia.Non più in altro Terroir del mondo. Espressione di come la vite sia, allo stesso tempo, autoctona e globale. Si esporta, vive e cresce in tutti i continenti del pianeta, ma ogni Terroir è una storia a se, un’epserienza unica. Il Torbato, vitigno a bacca bianca, testimonia questa unicità Glocal dell’enologia, questo sapere essere una espressione peculiare decennio dopo decennio, secolo dopo secolo.
Le Tenute Sella & Mosca, cantina dell’anno 2013 per la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, sono il testimonial più prestigioso delle etichette del bianco algherese.
Prodotto nelle Terre Bianche, terreni ricchi di calcare provenienti da millenarie sedimentazioni marine, al naso rivela gli odori forti della natura sarda temprata dai venti e dal sole. Il sapore è corposo e severo, con qualche anticipazione di vellutata morbidezza. L’energia acida é in perfetta sinergia con una sapidità minerale che ben sostiene la complessa struttura, ingentilita da una lievissima nota di vaniglia.
Il Torbato rientra nella grande famiglia delle uve malvatiche; è arrivato in Catalogna proveniente dal bacino del mare Egeo, culla di tali vitigni in epoca molto antica. Era presente anche nel Sud della Francia con il sinonimo di Malvoisie de Roussilon, ma ormai sia nella zona di origine che in Francia è pressoché sparito.
Il Torbato è oggi un vitigno autoctono italiano, una vite unica della Sardegna pronta alle sfide del mare aperto della globalizzazione.
L’etichetta di punta è il Terre Bianche Cuvée 161 di Sella & Mosca, ma anche il Terre Bianche base merita di accompagnare una colazione o un pranzo estivo con i giusti crostacei ed uno spaghetto col pesce al dente.