Fra pamphlet sui costi del fotovoltaico, scontri sull’eolico, e doglianze del termoelettrico l’impressione che si ha è quella di “Per un pugno di dollari”, solo che non si sa chi impersoni Clint Eastwood. Quando si sarebbe dovuto dire che certi incentivi erano eccessivi e che si sarebbe andati incontro a un patatrac, quasi tutti (FIRE è una delle poche eccezioni) stavano o zitti, o compiaciuti del business che stavano impiantando. Ora che le vacche grasse sono finite, tutti ritrovano la favella, dissertano dei danni fatti e si misurano sul campo per mantenere il più possibile il punto (o, in alcuni casi senza speranza, per insistere a chiedere incentivi di ogni genere).
Si litiga su tutto: il conto energia VI per il fotovoltaico, il dispacciamento (il servizio che garantisce che la domanda elettrica corrisponda minuto per minuto all’offerta, onde evitare black out), l’esenzione degli oneri di sistema e delle componenti sui SEU* (che a cinque anni dall’introduzione ancora attendono di essere definiti dall’Autorità per l’energia, che ha appena emesso un nuovo documento di consultazione sul tema), il capacity payment per il termoelettrico (ossia l’idea di pagare di più la disponibilità di capacità usata raramente per via delle fonti rinnovabili non programmabili eolico e fotovoltaico, in pratica un modo per non fare soccombere sotto la concorrenza dell’eccesso di capacità e delle fonti rinnovabili il termoelettrico tradizionale), sulla possibilità di abolire lo scambio sul posto (ossia la possibilità che hanno i piccoli impianti di cedere gli eccessi di produzione alla rete riprendendoseli in altri momenti della giornata) e addirittura sul ritiro dedicato (la semplificazione della vendita dell’energia per rinnovabili e cogenerazione ad alto rendimento di piccola e media taglia).
Il problema ovviamente non è che si discuta di questi temi, che è più che lecito, direi necessario, ma che lo si faccia in molti casi animati da spirito di bottega, e non da una visione di medio lungo termine. Il sistema elettrico è cambiato, e molto, rispetto a dieci anni fa. Occorre rivederne le regole per traghettarlo a un sistema ancora più basato sulle fonti rinnovabili disponibili nel nostro Paese, senza più sperperare soldi pubblici come si è fatto negli ultimi anni. Per fare questo occorrono lungimiranza e capacità tecniche. Si dovranno per forza mettere in discussione delle agevolazioni, almeno per alcune tipologie di impianto, e sarà bene farlo pensando al futuro, non solo ai benefici immediati.
E a proposito di revisione delle regole, in attesa di vedere cosa farà il nuovo governo dopo essersi chiarito le idee nel ritiro toscano – iniziato peraltro litigando nel pullmino lì diretto – l’Autorità per l’energia redige un documento di consultazione, il DCO 183/2013/R/EEL, in cui dedica buona parte della premessa nel sottolineare come ritenga inopportuno attuare una parte di quanto richiesto dalla legge. In particolare il regolatore critica il fatto che chi rientra in un SEU o in una Rete interne di utenza (sistemi ad alta tensione circoscritti a determinati ambiti, che al contrario dei SEU non garantiscono benefici energetici e ambientali) abbia diritto all’esenzione dagli oneri di sistema dell’energia elettrica consumata in loco. Senza entrare nel merito, visto che questo è un tema su cui vale la pena scrivere a parte, ciò che deve fare riflettere è il fatto che una istituzione dello Stato trovi naturale utilizzare un documento di consultazione come strumento di segnalazione, quando già dispone della possibilità di sottoporre in modo ufficiale le proprie valutazioni al legislatore. Un tale modo di fare naturalmente alimenta le critiche e rischia di vanificare un documento ben fatto (come nel caso citato). Del resto se le istituzioni non danno il buon esempio, è difficile chiedere alle lobby di essere più equilibrate nelle richieste.
Insomma, abbiamo uno dei sistemi termoelettrici a più alta efficienza del mondo e una penetrazione delle fonti rinnovabili elevata. Si sono fatti molti errori, ma sarebbe utile evidenziare gli aspetti positivi, oltre alle problematiche, e concentrare gli sforzi sulla costruzione di un sistema elettrico ancora migliore. Meglio fare la parte di Clint Eastwood, che una delle due famiglie del villaggio che si distruggono a vicenda…
* I SEU (Sistemi efficienti di utenza) sono sistemi di produzione e consumo basati su fonti rinnovabili o cogenerazione ad alto rendimento che consentono di far gestire gli impianti di generazione elettrica da un titolare diverso dall’utente finale, nonostante si trovino sotto un unico punto di connessione alla rete. Ciò consente di utilizzare il modello delle ESCO e del finanziamento tramite terzi a beneficio del Paese. In un secondo momento si è deciso che fossero esentati da una serie di oneri di rete sull’energia prodotta e consumata in loco.
L’immagine di copertina è tratta dal sito www.aper.it.