Essere catturati o uccisi sono due delle opzioni che attendono i responsabili dell’attacco al complesso diplomatico Usa di Bengasi dello scorso 11 settembre. Gli Stati Uniti hanno aggiornato i piani per arrivare agli uomini che nell’attacco uccisero l’ambasciatore Usa in Libia, Christopher Stevens, e altri tre funzionari.
Parte del piano, secondo quanto rivelato dalla Cnn, prevede di schierare personale militare in Libia. Una lista di possibili bersagli sia a Bengasi sia in altre regioni non distanti è già in mano ai militari. Le due opzioni catturare o uccidere devono essere ancora approvate dal presidente Barack Obama, ma non è ancora chiaro quanto si sia discusso del tema tornato alla ribalta con la pubblicazione di oltre 100 pagine di email che fanno luce sulle discussioni tra Casa Bianca, Cia e dipartimento di Stato su come gestire i rapporti con la stampa dopo gli attacchi.
Come spiega Barbara Starr nel blog sulla sicurezza nazionale dell’emittente statunitense, i militari sono consapevoli che se dovesse partire l’ordine di attacco questo sarebbe visto alle luce delle recenti dispute sul caso e guardato sotto un ottica politica, sebbene piani di questo genere siano stati sviluppati sin dall’immediato dopo 11 settembre 2012, con forze schierate in diverse regioni dell’Africa settentrionale e con l’opzione catturare o uccidere già sul tavolo ma non approvata dalla Casa Bianca. Nessuna azione potrebbe tuttavia essere necessaria se i responsabili saranno arrestati. Intanto durante la conferenza stampa di ieri con il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente Obama ha esortato il Congresso a finanziare a pieno la richiesta per migliorare la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche Usa.
L’opposizione repubblicana ha accusato l’amministrazione Obama di aver fallito nel garantire adeguata protezione al personale statunitense a Bengasi e di aver confezionato una narrazione degli eventi nelle settimane successiva all’attacco tale da non dare problemi al presidente nelle campagna elettorale che lo avrebbe portato a un secondo mandato. Di contro, i democratici puntano il dito contro l’ostruzionismo repubblicano che ha respinto le richieste di maggiori fondi per la sicurezza al dipartimento di Stato. Come ricorda BusinessWeek, nel budget per l’anno fiscale che inizia a ottobre Obama ha proposto 2,2 miliardi di dollari per migliorare la sicurezza delle strutture diplomatiche.