Le autorità di revisione statunitensi avranno accesso ai documenti delle società contabili cinesi. L’accordo è stato raggiunto lo scorso 7 maggio e reso pubblico ieri. Uno scoglio in meno tra Pechino e Washington, scrive The Diplomat, sebbene la questione non abbia mai scaldato gli animi o attirato l’attenzione al pari di altre dispute tra le potenze come possono essere le accuse di intrusione informatica, le alleanze internazionali, i disaccordi commerciale, pur avendo una potenzialità distruttiva “reale e considerabile”.
Il Pubblic Company Accounting Oversight Board, scrive il Wall Street Journal, potrà ora vedere i documenti delle società contabili del Dragone che in passato si sono spesso trincerate dietro il segreto di Stato. Negli ultimi anni numerose società cinesi sono state al centro di sospetti e dubbi e accusate di irregolarità contro cui non si è riusciti a raccogliere prove a sufficienza.
L’intesa “è un primo passo per proteggere gli investitori” ha detto il presidente della Pcaob, James Doty. L’accordo su cui si lavorava da due anni potrebbe essere anche un primo passaggio affinché anche La Securities and Exchange Commissione, equivalente alla nostra Consob, possa giungere a un’intesa simile e avere accesso ai documenti che chiede alla parte cinese.
Intanto potrà lavorare in coordinamento con la Pcaob autorizzata a condividere la documentazione ottenuta, sempre previo avviso alla Cina. La Sec, che a dicembre ha aperto un procedimento contro cinque società contabili cinesi, non potrà però usare la Pcaob come piattaforma per avere informazioni cui altrimenti non avrebbe accesso.
Sempre secondo The Diplomat potrebbe inoltre facilitare un accordo dello stesso tipo tra le autorità di regolamentazione di Hong Kong e le controparti della Cina continentale. La Pcaob potrebbe comunque doversi piegare a compromessi. A esempio i documenti richiesti potrebbero passare per filtri preventivi. Ne potrà fare ispezioni direttamente in Cina, parte integrante delle indagini.