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L’agenda economica di Matteo Renzi

E’ ufficiale. Entro la prima settimana di luglio Matteo Renzi scioglierà la riserva e sapremo se si candiderà o meno alla segreteria del Partito Democratico. Ma intanto, mentre favoleggia di diventare il nuovo Tony Blair del centrosinistra italiano, nella lunga intervista concessa oggi a Claudio Cerasa sul Foglio, indica tre proposte concrete che faranno parte del documento con cui si prepara alla conquista del partito e del Paese.

Riduzione della pressione fiscale

Il sindaco, spiega al quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, non vuole regalare al Pdl la battaglia contro le tasse. Per questo, secondo Renzi, l’Iva va lasciata al 21% perché “due o tre miliardi di euro a fronte di una spesa pubblica come la nostra si possono trovare”. E sulla riduzione dell’Irpef, tiene a dire due cose: “Primo: i dieci miliardi di riduzione della tassazione sul lavoro di cui ha beneficiato Confindustria negli ultimi dieci anni, prima con Prodi e poi con Monti, non hanno offerto risultati apprezzabili in termini di creazione di posti di lavoro. Secondo: la politica deve iniziare a ragionare con la sua testa, deve emanciparsi dai sindacati, deve concentrarsi sulla busta paga dei nostri lavoratori, e deve imparare ad adoperare con più sapienza una parola precisa: produttività”.

Pensioni

Renzi intende presentare nelle prossime settimane un progetto di legge che prevede un taglio del 10% per le pensioni che vanno sopra i 3.500 euro e fermare per tre anni l’adeguamento all’inflazione di queste pensioni.

Un progetto che, secondo il sindaco, farebbe risparmiare 4 miliardi di euro l’anno ma che ha già messo sul piede di guerra alcune categorie di pensionati. Il Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati Pierluigi Franz ha replicato così: “E’ una proposta incostituzionale, e quindi improponibile e inaccettabile. Evidentemente il Sindaco di Firenze Matteo Renzi ignora del tutto la recente sentenza della Consulta n. 116 del 5 giugno”.

Franz fa riferimento alla sentenza che ha abrogato i balzelli del 5, 10 e 15% sulle pensioni superiori ai 90mila euro annui e che difende il principio di uguaglianza: “I sacrifici devono essere chiesti a tutti i cittadini e non solo a una parte di essi (i pensionati)”, ha commentato a riguardo Franco Abruzzo, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.

Il fisco

Per agire sul fisco, Renzi non pensa a “inutili operazioni spettacolari come quelle viste qualche mese fa a Cortina” ma all’introduzione di una serie di semplici meccanismi come “la comunicazione telematica dei dati al Fisco, l’introduzione della fatturazione elettronica, l’uso dei contanti fino a trecento euro (con delle deroghe per gli stranieri che vengono in Italia) e l’obbligo del Fisco a inviare ai contribuenti una proposta di tassazione”. Con questi risparmi, si può creare un “fondo per la riduzione della pressione fiscale” dove i soldi raccolti non non vanno utilizzati per spendere ancora, ma per ridurre le tasse”. E torniamo quindi al punto uno.

Anche se fa notare su Twitter il giornalista economico del Messaggero Luca Cifoni: “Non posso credere che @matteorenzi non sappia che la comunicazione dei dati al fisco è già telematica, non si può fare diversamente”.



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