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Alfano convinca la moglie di Alemanno a rivelare i nomi dei picchiatori di un ragazzo!

Marida Lombardo Pijola, giornalista e scrittrice, è la madre di un amico del ragazzo di Roma, che venne picchiato, nel 2009, durante una rissa, alla presenza del figlio, fascista, dell’ex Sindaco di Roma, Alemanno, MSI, poi An e oggi Pdl o “partito dell’amore”.
Qualche giorno fa, Lombardo Pijola ha scritto una lettera aperta a donna Isabella, figlia del defunto Pino Rauti, che fu segretario del MSI dopo Almirante e prima di Fini, chiedendo a lei e al figlio, Manfredi, di rivelare agli inquirenti nomi degli aggressori, rimasti impuniti. “Lei e l’allora Sindaco-ha scritto la giornalista-avreste potuto far molto, far tutto affinchè la vicenda non finisse male. E ne avevate un triplice dovere, come cittadini, come genitori, come rappresentanti delle istituzioni. Sarebbe bastato indurre vostro figlio a fare il suo dovere, come, peraltro, vi eravate impegnati a fare, senza voi rispettare il vostro impegno”.

Sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano”, la Rauti ha risposto, stizzita e con sussiego, non rivelando i nomi dei violenti, ha “assolto” suo figlio. E l’ha buttata in politica, accusando la giornalista di nutrire nei confronti della sua famiglia ” un forte pregiudizio, politico e culturale, oltre che un chiaro intento diffamatorio”.
Insomma, la vicenda si conclude con un unico, presunto colpevole : il poliziotto che, fuori orario di lavoro, era stato assunto da Alemanno come autista, il quale assistette a quella terribile scena di violenza, senza denunciarla. L’agente portò via, sull’auto di famiglia, Manfredi Alemanno, inutilmente inseguito dal marito di Lombardo Pijola, testimone dell’aggressione.
Come avviene molto spesso, ha pagato il più debole e il meno protetto.
Forse, il ministro, don Angelino Alfano, che ha conferito, di recente, una mega-consulenza alla Rauti potrebbe provare a convincerla a dire tutta la verità.

Glielo chiediamo non come amico e leader del partito degli Alemanno. Ma come responsabile politico del Ministero degli Interni, che ha assegnato alla consorte dell’ex Sindaco di Roma un incarico istituzionale, importante e delicato, oltre che adeguatamene retribuito : il coordinamento della lotta dello Stato contro una grave forma di violenza, che infesta il Paese,  il femminicidio. Violenza non meno grave e odiosa di quella compiuta contro i minori. Nel caso in questione, un ragazzo,”colpevole” di aver diffidato, giustamente, alcuni coetanei dall’esibirsi in saluti romani e slogan fascistoni, espressamente vietati dalla Costituzione. Al cui testo Alemanno ha giurato di esser fedele, quando Silvio Berlusconi lo nominò, su proposta di Fini, ministro delle Politiche agricole della Repubblica italiana.



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