La polizia australiana spia i dati telefonici e internet dei cittadini. Dopo lo scandalo Prism negli Stati Uniti, i sistemi di sorveglianza iniziano a spuntare anche in altri Paesi. A darne notizia è oggi il Sydney Morning Herald.
Il governo di Canberra si trova così coinvolto nel dibattito sul rispetto della privacy scatenato dalle inchieste del Guardian e del Washington Post e dalle rivelazioni di Edward Snowden, nascosto ora a Hong Kong, sulla portata dei sistemi di controllo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza su cittadini statunitensi e stranieri. Scandalo che ha investito il governo statunitense e i colossi di internet citati nelle 41 slide di presentazione del programma Prism, rese pubbliche dal 29enne consulente della Bozz Allen Hamilton.
Le informazioni sulla possibilità per i federali australiani di ottenere tabulati telefonici e dati delle connessioni sono emerse durante una commissione al Senato. La stessa Camera dove a settembre potrebbe sedere Julian Assange, o un suo sostituto se il fondatore di WikiLeaks fosse ancora costretto all’asilo dentro l’ambasciata ecuadoriana a Londra, nel caso il partito che si ispira alla sua organizzazione dovesse andare bene alle elezioni, forte di un programma che fa leva sulla trasparenza e la tutela della privacy.
Per esperti e sostenitori della privacy i dati degli australiani sono con ogni certezza tra la mole di informazioni monitorate da Prism. Perciò la necessità di sapere se le agenzie d’intelligence abbiano ricevuto dati raccolti dal programma statunitense.
Secondo quanto riferito ai senatori dal vicecommissario della Australian Federal Police, Michael Phelan, nell’anno fiscale appena passato le richieste di metadati sono state oltre 43mila. L’anno prima furono oltre 50mila.
Per avere i dati – numeri di telefono, durata delle chiamate, orario – non era necessario alcun mandato. Richiesta per informazioni sugli utenti sono state fatte anche a Google e Facebook. “Il problema dei metadati può diventare un problema per la nostra democrazia”, ha detto il senatore indipendente Nick Xenophon.